
La Via Francigena rappresenta uno degli itinerari di pellegrinaggio più importanti e antichi d’Europa. Questo affascinante reticolo di strade medievali non era costituito da un unico tracciato, ma da un insieme di percorsi e sentieri che conducevano i pellegrini, i mercanti e i viandanti dall’Europa Nord-Occidentale fino a Roma, e da lì proseguivano verso i porti pugliesi di imbarco per la Terra Santa.
La prima testimonianza scritta che cita il nome “Via Francigena” risale all’876, in una pergamena conservata nell’Abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata, che si riferisce a un tratto di strada nell’agro di Chiusi, in provincia di Siena. Tuttavia, la descrizione più nota e dettagliata del percorso ci arriva dal 990, quando Sigerico, arcivescovo di Canterbury, annotò le 79 tappe del suo viaggio di ritorno da Roma, dove si era recato per ricevere il Pallio, simbolo della dignità arcivescovile, dalle mani di Papa Giovanni XV. Questo prezioso documento, conservato al British Museum di Londra, descrive con precisione i punti di sosta (mansiones) lungo il percorso e costituisce, ancora oggi, il riferimento principale per ricostruire l’antico tracciato.
L’itinerario attraverso l’Europa della via Francigena
Il percorso completo della Via Francigena si estende per circa 3.200 chilometri, partendo dalla Cattedrale di Canterbury in Inghilterra e attraversando cinque nazioni: Regno Unito, Francia, Svizzera, Italia e Città del Vaticano. Nel 1994, la Via Francigena è stata dichiarata “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”, assumendo così una dignità sovranazionale al pari del celebre Cammino di Santiago di Compostela e coinvolgendo complessivamente 16 regioni e oltre 700 comuni europei.
In Italia, il percorso, nel tratto nord, si snoda per circa 1.000 chilometri dal Colle del Gran San Bernardo (2.473 metri, il punto più alto dell’intero itinerario) fino a Roma, attraversando sette regioni in 45 tappe: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio. Ogni regione offre paesaggi, emozioni e comunità uniche, rendendo la Via Francigena un vero e proprio viaggio nel cuore della cultura europea.

La Via Francigena nel Sud Italia: verso la Terra Santa
Dal 2019, il Consiglio d’Europa ha riconosciuto come parte dell’Itinerario culturale europeo anche la Via Francigena nel Sud, espandendo il percorso fino a 3.200 chilometri complessivi. Questo tracciato nell’Italia meridionale conduce da Roma fino a Santa Maria di Leuca in Puglia, passando per i porti di imbarco di Brindisi e Otranto e toccando località di straordinaria bellezza come Benevento, Monte Sant’Angelo sul Gargano, Bari e Lecce.
La Via Francigena nel Sud si articola in circa 900 chilometri percorribili in un mese abbondante di cammino, con circa 45 tappe di cui 12 nel Lazio, 10 in Campania e 23 in Puglia. Questo itinerario spirituale, che segue in parte l’antica Via Appia, unisce Oriente e Occidente, Età Antica e Medioevo, offrendo un percorso ricco di suggestioni storiche, archeologiche e paesaggistiche tra basolati romani, antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani.
La Via Francigena è adatta a tutti?
Una delle domande più frequenti che si pongono coloro che desiderano intraprendere questo cammino è se la Via Francigena sia realmente accessibile a chiunque. La risposta è sostanzialmente positiva, ma con alcune importanti precisazioni. Il percorso ufficiale della Via Francigena è caratterizzato da facili sentieri di montagna, mulattiere di pietra e vie campestri che lo rendono generalmente sicuro e semplice, percorribile anche da persone meno esperte e meno allenate. Escluse le città, il tracciato presenta un rapporto di 40-60 tra asfalto e sterrato, ma attraversa luoghi di estrema bellezza dal punto di vista naturale e architettonico.
Detto questo, qualora si intenda camminare per una settimana o più, è fondamentale sottolineare che si tratta comunque di un cammino impegnativo che richiede una preparazione fisica adeguata. Le tappe hanno una lunghezza media di circa 22-23 chilometri, con punte massime di 32-34 chilometri, e alcune presentano dislivelli significativi, specialmente nel tratto appenninico. Non è necessario essere atleti, ma è importante aver camminato regolarmente nei mesi precedenti la partenza, aumentando gradualmente le distanze e testando l’equipaggiamento durante escursioni di allenamento, tra cui il peso dello zaino.

Preparazione fisica consigliata per la Via Francigena
Per affrontare la Via Francigena in modo sereno e piacevole, è consigliabile:
- Iniziare ad allenarsi almeno 2-3 mesi prima della partenza, camminando regolarmente.
- Aumentare progressivamente le distanze, arrivando a percorrere almeno 15-20 km in una giornata.
- Testare scarpe e zaino durante le camminate di allenamento per evitare spiacevoli sorprese.
- Ascoltare i segnali del proprio corpo e rispettare il proprio ritmo di marcia.
- Considerare la possibilità di suddividere le tappe più lunghe in due giorni, specialmente all’inizio.
- Considerare dei giorni di riposo, uno a settimana oppure ogni dieci giorni.
La Via Francigena è percorribile da persone di tutte le età, purché in buone condizioni di salute generale. Sono numerosi i pellegrini over 60 che affrontano con successo questo cammino, così come giovani famiglie con bambini (anche se in questo caso è consigliabile percorrere tratti più brevi e meno impegnativi). Le persone con problemi articolari o cardiaci dovrebbero consultare il proprio medico prima di partire e valutare attentamente la fattibilità del percorso. In ogni caso, è importante ricordare che lungo tutto il tracciato si è sempre relativamente vicini a centri abitati, stazioni ferroviarie e punti di soccorso: al massimo si arriva a un’ora di distanza da farmacie e medici, anche nelle aree extraurbane.

Qual è la stagione migliore per percorrere la Via Francigena
La scelta del periodo in cui affrontare la Via Francigena è cruciale per godersi al meglio l’esperienza e dipende da vari fattori, tra cui il tratto che si intende percorrere, la propria tolleranza al caldo o al freddo, e la disponibilità di tempo.
Le stagioni ideali: primavera e autunno
Le stagioni migliori per percorrere l’intero itinerario, o comunque i tratti più lunghi, sono senza dubbio la primavera (maggio e giugno) e l’autunno (settembre e ottobre). In questi periodi le temperature sono miti, i paesaggi esprimono il meglio della loro bellezza con fioriture primaverili o colori autunnali, e l’afflusso di pellegrini resta più gestibile rispetto all’alta stagione estiva. La primavera offre il vantaggio di giornate che si allungano progressivamente, clima piacevole e natura rigogliosa. È il periodo ideale per chi ama vedere la campagna in fiore e godere di temperature fresche, ma non fredde. L’autunno, dal canto suo, regala atmosfere suggestive con la vendemmia in corso, i colori caldi del fogliame e temperature ancora gradevoli, oltre a un’offerta enogastronomica particolarmente ricca. Io ci sono stata in ottobre, sono stata molto fortunata con il tempo perché erano giornate miti e temperate e camminare nel foliage ha reso tutto davvero unico. Personalmente l’autunno è la mia stagione preferita per camminare, ma cercate di farlo prima del cambio dell’ora solare.
Estate: da affrontare con cautela
L’estate, in particolare i mesi di luglio e agosto, può risultare troppo calda, soprattutto nel tratto padano dove l’ombra è molto scarsa e il clima afoso. Le lunghe ore sotto il sole, anche 7-8 nelle tappe più estese, richiedono un’attenzione particolare all’idratazione e alla protezione solare. Per chi decide comunque di partire in estate, è consigliabile:
- Iniziare a camminare molto presto al mattino, approfittando delle ore più fresche.
- Portare sempre abbondante acqua e ricaricare le borracce ogni volta che è possibile.
- Utilizzare copricapo e crema solare ad alta protezione.
- Considerare la possibilità di percorrere tappe più brevi o comunque di fare soste frequenti, magari rinfrescando con acqua la testa e i piedi.
Inverno: solo per i più esperti
L’inverno e il tardo autunno sono le stagioni fisicamente più difficili, poiché il freddo, l’umidità e le possibili nevicate rendono il viaggio un’avventura impegnativa, consigliata solo a chi voglia davvero mettersi alla prova. È importante tenere presente che alcuni tratti critici possono risultare impraticabili o pericolosi. Personalmente ve lo sconsiglio perché oltre ad avere un terreno instabile molti dei punti d’accoglienza sono chiusi in inverno e quindi diventa un’impresa davvero difficile.

È sicuro percorrere la Via Francigena da soli, anche per una donna?
La sicurezza è naturalmente una preoccupazione legittima, specialmente per le donne che desiderano affrontare il cammino in solitaria. La buona notizia è che la Via Francigena è generalmente considerata un percorso molto sicuro, anche per chi viaggia da solo.
La Via Francigena attraversa principalmente aree rurali tranquille, piccoli borghi storici e centri abitati ben collegati. Il tracciato è ben segnalato e frequentato da numerosi pellegrini, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, il che contribuisce a creare un senso di comunità e sicurezza. Anche chi parte solo raramente rimane davvero isolato: è quasi impossibile “stare soli” lungo il cammino, perché si incontrano continuamente altri camminatori negli ostelli, nei momenti di pausa, lungo il tracciato; si attraversano diversi insediamenti urbani anche piccolissimi quindi, se necessario, c’è sempre modo di chiedere supporto. Uno degli aspetti più belli della Via Francigena è proprio il senso di comunità che si crea tra i pellegrini. Il contatto umano, gli incontri, le amicizie, la condivisione della fatica e degli scambi sono probabilmente il lascito più prezioso di questa esperienza. Molti camminatori partono soli, ma creano legami profondi con altri pellegrini lungo il percorso, formando gruppi spontanei che camminano insieme per alcune tappe o per tratti più lunghi.
Consigli pratici per le donne sole
Le donne che affrontano la Via Francigena da sole non riferiscono generalmente problemi di sicurezza. Tuttavia, è sempre buona norma seguire alcune precauzioni di buon senso:
- Informare qualcuno (amici o familiari) del proprio itinerario e mantenersi in contatto regolare, potrebbe essere una buona idea anche condividere la posizione in tempo reale con qualche amico o parente.
- Portare sempre con sé un cellulare carico e con credito sufficiente.
- Prenotare in anticipo gli ostelli e le strutture di accoglienza, specialmente in alta stagione.
- Camminare solo durante le ore diurne.
- Fidarsi del proprio istinto: se una situazione non convince, meglio cambiarla.
- Unirsi ad altri pellegrini nelle tappe che si percepiscono come più isolate.
- Avere sempre con sé una piccola torcia elettrica per eventuali spostamenti serali, da effettuare solo se strettamente necessario.
Inoltre, esistono numerose associazioni locali di volontari che supportano i pellegrini, offrendo informazioni, assistenza e, all’occorrenza, aiuto concreto.
La Via Francigena ha anche una forte presenza online, con gruppi Facebook, forum e applicazioni dedicate dove i camminatori condividono esperienze, consigli e aggiornamenti in tempo reale sul percorso. Questo permette di sentirsi parte di una comunità più ampia anche quando si cammina in solitaria.
La Via Francigena in Emilia-Romagna: tutte le tappe nel dettaglio
Il tratto emiliano-romagnolo della Via Francigena rappresenta una porzione fondamentale dell’intero percorso, segnando il passaggio dalla pianura padana all’Appennino e costituendo una sorta di ponte tra il Nord e il Centro Italia. Limitatamente al territorio della Regione, la Via Francigena si divide in 5 tappe principali e 3 della variante che da Parma conduce a Fornovo di Taro, per un totale complessivo di circa 180 chilometri. Il percorso principale, da Piacenza a Fidenza e fino al Passo della Cisa, consta di circa 130 km. Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche nelle prime tappe pianeggianti, mentre diventa più impegnativo nelle ultime due tappe appenniniche, dove il dislivello aumenta significativamente.
Tappa 1: Calendasco – Piacenza (Km 11,3), seconda parte della tappa che inizia a Orio Litta, in Lombardia.
Dati tecnici:
- Distanza: 11,3 km
- Dislivello in salita: circa 35 m
- Dislivello in discesa: circa 30 m
- Difficoltà: facile
- Tempo di percorrenza: 2h 30min – 3h
- Tipo di terreno: argini del Po, strade provinciali, corsia ciclopedonale
La Via Francigena entra in territorio emiliano con uno degli attraversamenti più suggestivi e simbolici dell’intero percorso: il Guado di Sigerico, conosciuto anche come “Transitum Padi”. Eccezion fatta per l’attraversamento della Manica, tra Dover e Calais, questo è l’unico attraversamento su traghetto dell’intera Via Francigena dal Regno Unito a Roma e rappresenta un momento davvero speciale di contatto con il grande fiume. Il percorso inizia dalla località Soprarivo di Calendasco, dove è attivo un servizio comunale di taxi fluviale che permette di attraversare il Po proprio come facevano i pellegrini medievali. Io ho chiamato il signor Danilo che ci ha traghettato da Corte Sant’Andrea, lui fa questo traghettamento da 25 anni, è decisamente un’istituzione. Se avete modo, chiacchierate un po’ con lui, fatevi raccontare qualche aneddoto sui pellegrini, inutile dire che attraversare il Po con una barca è stato bellissimo, non l’avevo mai fatto, lo scenario era stupendo, avrei voluto esplorare di più, ma c’era poca acqua quando ci sono stata quindi sarebbe stato poco sicuro. Una volta sbarcati sulla sponda destra del Po, il cammino prosegue per un breve tratto sull’argine del fiume, offrendo belle vedute sul corso d’acqua e sulla campagna circostante. Si percorrono poi una serie di rettilinei su strade provinciali poco trafficate che attraversano le campagne piacentine, fino a raggiungere il Ponte sul Trebbia. Oltre il fiume, una comoda corsia ciclopedonale conduce alle porte della città di Piacenza, permettendo un ingresso sicuro nel centro urbano lungo Viale Risorgimento.

Calendasco è un piccolo comune ma un importante luogo di transito per i pellegrini; nel Medioevo i pellegrini trovavano qui ristoro presso l’antico hospitale francescano. Ad oggi è un paesino molto accogliente e come al solito ho finito per chiacchierare con una signora anziana nel bar della piazza, mi ha raccontato di quanta vita ed incontri porti il Cammino durante l’estate. Una cosa carina, c’è un Punto DOP, ossia una stazione mobile che offre ai pellegrini le eccellenze gastronomiche della tappa (coppa, salame e pancetta).
Piacenza, capoluogo di provincia, è una città ricca di storia e cultura che merita sicuramente una sosta approfondita. Se siete appassionati di storia e di romanico, vi suggerisco di richiedere all’ufficio del turismo una guida specializzata. Tra i monumenti più significativi: Palazzo Farnese, la Basilica di Sant’Antonino, Piazza Cavalli: cuore pulsante della città, dominata dalle due statue equestri dei Farnese, il Palazzo del Comune (detto anche “Gotico”): splendido esempio di architettura civile gotica, il Duomo: notevole esempio di architettura romanica e la Basilica di Santa Maria di Campagna.
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Piacenza è anche celebre per la sua tradizione gastronomica: i salumi piacentini DOP (coppa, pancetta e salame), il Gutturnio, vino rosso locale, e i pisarei e fasò (pasta tipica con fagioli) sono solo alcune delle delizie che meritano di essere assaggiate.
Dove mangiare e dormire a Piacenza: https://visitpiacenza.it/iat/iat-r-piacenza/
Tappa 2: Piacenza – Fiorenzuola d’Arda (Km 31,70)
Dati tecnici:
- Distanza: 31,70
- Dislivello in salita: 65 m
- Dislivello in discesa: 45 m
- Difficoltà: impegnativa (per la lunghezza)
- Tempo di percorrenza: 7h 30min
- Tipo di terreno: asfalto, strade campestri, sterrate
Descrizione del percorso:
Questa è una delle tappe più lunghe del tratto emiliano e risulta impegnativa principalmente per il chilometraggio. Dopo il tratto iniziale lungo la Via Emilia (che può risultare fastidioso per il traffico), si lascia la città e si risale il corso del torrente Nure, immergendosi nelle tranquille campagne piacentine.
Il percorso attraversa piccoli corsi d’acqua che, soprattutto in estate, sono quasi impercettibili, ma che con forti piogge potrebbero creare qualche problema, in particolare il guado del torrente Chiavenna. Si alternano tratti di bosco lungo il Nure, particolarmente piacevoli e ombreggiati, a strade campestri asfaltate e sterrate che attraversano vasti seminativi.
Lungo il cammino si incontrano diversi piccoli borghi rurali e edifici di notevole rilevanza storica. Dopo Pontenure e Cadeo, che segnano l’inizio del vero ambiente campestre lontano dal traffico urbano, si prosegue attraversando le campagne dove tutto il terreno disponibile è coltivato a seminativo.
Castello di Paderna: situato a circa 20 km da Piacenza, è uno degli edifici storici più suggestivi lungo questo tratto.
Fiorenzuola d’Arda: cittadina ricca di storia, offre diversi punti di interesse come la Chiesa di San Fiorenzo: dedicata al patrono della città. La città offre tutti i servizi necessari al pellegrino: alimentari, bar, ristoranti, farmacie e diverse strutture ricettive. Consiglio personale, specialmente se camminate in estate, pensate a spezzare questa tappa in due perché è davvero molto lunga, o se non foste troppo puristi, magari potreste percorrere il primo tratto della via Emilia in bus e poi continuare a piedi.


Tappa 3: Fiorenzuola d’Arda – Fidenza (Km 22,3)
Dati tecnici:
- Distanza: 22,3 km
- Dislivello in salita: 35 – 46 m
- Dislivello in discesa: 40 – 50 m
- Difficoltà: facile
- Tempo di percorrenza: 4h – 5h 30min
- Tipo di terreno: strade campestri asfaltate (prevalenza), poche sterrate
- Ciclabilità: totale
Descrizione del percorso:
L’ultima tappa di pianura prima dell’ascesa verso gli Appennini offre un percorso lungo ma tranquillo, che si snoda su facili strade campestri, asfaltate in prevalenza, con lo sguardo già rivolto all’orizzonte dove si profilano le basse colline che preannunciano l’Appennino. Si cammina bene su strade con pochissimo traffico, districandosi in una serie di bivi e incroci ben segnalati. Il paesaggio è quello tipico della pianura emiliana, caratterizzato da vasti campi coltivati, cascine sparse e filari di pioppi. Nonostante la presenza di asfalto per gran parte della tappa, il percorso mantiene un suo fascino rurale e permette di camminare con tranquillità.
Alseno: piccolo comune lungo il tragitto, è famoso per l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba: uno dei luoghi più importanti dell’intero percorso emiliano. Questa magnifica abbazia cistercense fu fondata da San Bernardo di Chiaravalle in persona intorno al 1136. Il complesso monastico conserva un chiostro di straordinaria bellezza con colonne in laterizio e una basilica con splendidi interni caratterizzati da legno intarsiato. L’abbazia è famosa anche per le “infiorate” che vengono realizzate all’interno della chiesa in occasione di particolari festività. Presso il monastero si trova una liquoreria dove i monaci producono artigianalmente liquori e prodotti per la salute, acquistabili dai visitatori. È possibile anche pernottare all’interno dell’abbazia, a seconda della disponibilità, per trascorrere la notte in questo luogo carico di storia prima di rimettersi in viaggio.
Successivamente si attraversa il borgo di Castione Marchesi prima di affrontare gli ultimi chilometri, leggermente più trafficati, che conducono a Fidenza.
Fidenza: città d’arte di circa 27.000 abitanti, è considerata la capitale spirituale della Via Francigena in Emilia. Ho avuto la fortuna di fare una visita guidata del Duomo e del suo Museo con una guida bravissima e ho scoperto la storia di San Donnino, il loro patrono, che ammetto non conoscevo. La città offre numerosi punti di interesse: Duomo (o Cattedrale di San Donnino): capolavoro dell’architettura romanico -emiliana e simbolo della città, era in passato tappa obbligatoria per i pellegrini diretti a Roma e lo è ancora oggi per i moderni camminatori. La facciata è attribuita al celebre scultore Benedetto Antelami e presenta magnifici bassorilievi che narrano la storia del pellegrinaggio medievale. Particolarmente suggestive sono le raffigurazioni dei pellegrini stessi, con bastoni e bisacce. All’interno si possono ammirare affreschi medievali e la cripta che custodisce le reliquie di San Donnino. Fidenza è anche la sede dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) e sul Duomo, lato destro, è visibile il bassorilievo originale del pellegrino che è stato poi adottato come simbolo dell’intero itinerario europeo. La città celebra il suo patrono San Donnino il 9 ottobre con la Grande Fiera, evento che richiama visitatori da tutta la Regione con giostre, mercati, eventi e manifestazioni enogastronomiche.
Dal punto di vista gastronomico, Fidenza si trova nel cuore della zona di produzione del formaggio Parmigiano-Reggiano: sono numerosi i caseifici visitabili nei dintorni dove è possibile assistere alla lavorazione del formaggio e degustare i prodotti. Tipici della zona sono anche gli anolini in brodo, pasta ripiena arricchita da una generosa spolverata di Parmigiano-Reggiano.
Dove mangiare e dormire a Fidenza: https://www.terrediverdi.it/



Tappa 4: Fidenza – Fornovo di Taro (Km 32 – 34)
Dati tecnici:
- Distanza: 32 – 34 km
- Dislivello in salita: circa 200 m
- Dislivello in discesa: circa 150 m
- Difficoltà: media (per lunghezza e primi dislivelli)
- Tempo di percorrenza: 6h 30min – 7h
- Tipo di terreno: strade asfaltate, sterrate, alcuni tratti collinari
Questa tappa segna l’inizio del cambiamento paesaggistico: si lascia definitivamente la pianura padana e il percorso comincia a presentare i primi dislivelli significativi. La Via Francigena si allontana da Fidenza seguendo inizialmente una pista ciclabile per circa 2 km, poi riprende a snodarsi su strade sterrate e asfaltate che attraversano terreni agricoli e piccoli borghi rurali. Il tracciato inizia a non essere più completamente pianeggiante ma risulta formato da una serie di saliscendi sempre più marcati. Si affronta la prima, seppur breve, salita verso il Castello di Costamezzana, dove si gode di una bella vista sulle colline circostanti. Da qui si procede attraversando le frazioni di Noceto e poi di Medesano, dove inizia il percorso collinare che lambisce il Parco Fluviale del Taro. Il territorio del Parco è il luogo ideale per immergersi nella natura e per gli appassionati di birdwatching. Il fiume Taro accompagnerà il pellegrino per diversi chilometri, con il suo corso e la vegetazione ripariale che creano un ambiente molto piacevole. Si prosegue costeggiando la sponda orografica sinistra del fiume Taro, che si attraversa arrivando a Fornovo di Taro.
In uscita da Fidenza da vederla Pieve di Cabriolo, bellissima chiesa romanica dedicata a San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury martirizzato nel 1170. La pieve, pur piccola, conserva elementi architettonici di grande pregio.
Anche questa tappa è piuttosto lunga, io vi suggerisco di spezzarla all’altezza di Medesano, infatti io ho dormito all’Ostello 19, una struttura comunale nuovissima, con tutti i confort, che offre sia camere private che letti in camerata e ha una grande cucina per permettere ai pellegrini di cucinarsi quello che desiderano.
Per chi ha tempo e voglia di una deviazione, esiste una variante storica che porta da Parma a Fornovo di Taro, attraversando i suggestivi Boschi di Carrega e i comuni di Collecchio e Sala Baganza. Questa alternativa permette di visitare Parma, una delle città più eleganti d’Italia, famosa per la sua arte, musica e gastronomia.


Tappa 5: Fornovo di Taro – Cassio (Km 21)
Dati tecnici:
- Distanza: 21 km
- Dislivello in salita: 1.000 m
- Dislivello in discesa: 410 m
- Difficoltà: molto impegnativa (dislivello)
- Tempo di percorrenza: 8h – 10h
- Tipo di terreno: provinciale, sentieri, mulattiere, strade di montagna
Questa è senza dubbio la tappa regina del tratto emiliano, quella che segna definitivamente l’addio alla pianura e l’ingresso nell’Appennino. È una tappa molto impegnativa sia per il chilometraggio che per il dislivello, ma anche una delle più belle e gratificanti dell’intero percorso della Via Francigena. Dopo una prima parte relativamente facile, una volta attraversato il fiume Taro, gli ultimi 30 km della tappa saranno quasi tutti in salita, immersi nei meravigliosi paesaggi appenninici. Il 1.000 metri di dislivello sono distribuiti su una distanza che richiede una buona resistenza fisica e un passo costante.
Subito dopo Fornovo, si percorre un lungo tratto della provinciale della Val Sporzana per portarsi ai piedi di Bardone e Terenzo, due piccoli borghi caratterizzati dalle bellissime pievi romaniche. La salita comincia a farsi sentire: si guadagnano circa 300 metri in circa 4 km fino a Terenzo, con pendenze che, pur non essendo proibitive, richiedono un certo impegno. Da Terenzo, il cammino prosegue attraverso i boschi con bella vista sulla Val Baganza. La vegetazione cambia progressivamente con l’altitudine: dai castagni si passa ai faggi, che caratterizzeranno il paesaggio fino al passo. Il percorso si sviluppa su sentieri e mulattiere ben mantenuti, con alcuni tratti più ripidi dove i bastoncini da trekking possono rivelarsi molto utili. Si raggiunge poi il piccolo borgo di Cassio, caratterizzato da una via lastricata in pietra, dove permane l’antica tradizione di lavorazione della pietra portata avanti dai cosiddetti scalpellini. Da Cassio mancano ancora 10 km a Berceto con 300 metri di dislivello positivo.

Tappa 6: Cassio – Passo della Cisa (Km 19)
Dati tecnici:
- Distanza: 19 km
- Dislivello in salita: 500 m
- Dislivello in discesa:
- Difficoltà: impegnativa
- Tempo di percorrenza: 5h – 6h
- Tipo di terreno: strada statale, mulattiere, sentieri montani
Descrizione del percorso:
L’ultima tappa emiliana rappresenta il coronamento dell’ascesa appenninica: un percorso relativamente breve ma intenso che porta al Passo della Cisa (1.041 m s.l.m.), storico valico che da sempre ha rappresentato un confine non solo geografico, ma anche politico tra l’Appennino Ligure e quello Tosco-Emiliano. Lasciata Cassio, il cammino si fa spettacolare, con il percorso che corre tutto in costa con panorami che spaziano per decine di chilometri fino ai monti appenninici di confine con la Liguria. Si attraversano piccoli borghi come Cavazzola e Castellonchio, caratteristico borgo-strada che sembra fermo nel tempo. Dopo altri saliscendi si arriva finalmente a Berceto, accolti dalla maestosa presenza del Duomo romanico di San Moderanno. Da Berceto, si imbocca la via Romea lastricata in direzione sud, uscendo dal paese dalla porta di Cò di Campo e via Seminario. Il percorso inizia con una discesa, poi si sviluppa in salita lungo mulattiere e sentieri montani che si inoltrano nelle splendide faggete appenniniche. È uno dei tratti più spettacolari dell’intero cammino, tutto in costa con panorami mozzafiato sulle valli emiliane e, man mano che si sale, anche su quelle toscane. Per circa 3 km si cammina lungo la Statale della Cisa (facendo attenzione al transito di auto e moto), poi su mulattiere e sentieri con bella vista sui monti circostanti fino a raggiungere il borgo di Castellonchio (se non lo si è già attraversato nella tappa precedente). Dopo alcuni saliscendi si inizia la vera e propria ascesa del Monte Valoria su mulattiere e sentieri montani in mezzo alle bellissime faggete. Le radure del Monte Valoria ospitano mandrie di cavalli e vacche allo stato brado: è uno spettacolo suggestivo vedere questi animali pascolare liberamente in questo ambiente incontaminato, con panorami che si aprono a 360 gradi sulle valli circostanti. Raggiunta la cima del Monte Valoria, il sentiero continua verso il Passo della Cisa. L’ultimo tratto può essere percorso seguendo il sentiero che costeggia la strada statale oppure camminando direttamente sulla SS62 (con maggiore attenzione al traffico). Come vi ho raccontato io ci sono stata in ottobre e il foliage era davvero incredibile, mi sembrava di stare in un film, c’erano cavalli liberi con i puledri che correvano, uno scenario commovente. Berceto offre diverse strutture ricettive tra cui ostelli per pellegrini, agriturismi e piccoli hotel. Ho avuto la fortuna di conoscere la sindaca e mi ha spiegato quanto l’atmosfera cambi in estate perché il paese si riempie in modo incredibile, tanti ritornano alle seconde case, magari dei nonni e ci sono tantissime iniziative interessanti sia naturalistiche, sia artistiche sia ovviamente enogastronomiche. È il luogo ideale per recuperare le energie prima dell’ultima fatica che porterà al Passo della Cisa e all’ingresso in Toscana.
Passo della Cisa: situato a 1.041 m s.l.m., rappresenta uno dei luoghi più importanti e simbolici della Via Francigena. Questo valico è stato per secoli il passaggio obbligato per chi attraversava l’Appennino diretto verso Roma. Prima furono i Longobardi e i Bizantini a contendersi questi luoghi, poi il Granducato di Parma e Piacenza e il Granducato di Toscana.
Il passo è sempre stato una specie di confine tra culture e territori diversi, un luogo di passaggio che ha visto transitare pellegrini, mercanti, eserciti e viaggiatori di ogni epoca. I pellegrini medievali diretti a Roma sono sempre passati da qui, rendendo questo luogo uno dei punti più importanti dell’intera Via Francigena e un primo virtuale traguardo per chi proviene dal Nord Europa.
Santuario della Madonna della Guardia: situato proprio sul passo, è l’ultimo punto della Via Francigena in Emilia Romagna. Il santuario accoglie i pellegrini e rappresenta un importante luogo di devozione popolare. L’edificio attuale conserva al suo interno ex voto e testimonianze della fede dei pellegrini
Dal Passo della Cisa, attraversando la “Porta Toscana della Francigena” (un grosso arco ligneo costruito per celebrare il passaggio tra le due regioni), si entra in Toscana e si inizia la discesa verso Pontremoli, prima tappa del tratto toscano. La discesa è ripida ma molto bella, attraverso boschi di faggi prima e poi di castagni, con affacci spettacolari sulla Lunigiana.

Informazioni Pratiche per il Pellegrino
La Credenziale e il Testimonium
La Credenziale del Pellegrino è un documento ufficiale che attesta il pellegrinaggio lungo la Via Francigena. Si tratta di un libretto che viene timbrato ad ogni tappa presso ostelli, chiese, bar o uffici turistici. La Credenziale permette di accedere alle strutture di accoglienza per pellegrini a prezzi convenzionati e costituisce un prezioso ricordo dell’esperienza vissuta.
Il Testimonium è il certificato finale che viene rilasciato a chi ha completato almeno gli ultimi 100 km a piedi (200 km in bicicletta) del percorso. Si ottiene presentando la Credenziale timbrata presso gli uffici preposti a Roma o in altre località lungo il cammino.
Entrambi i documenti sono ottenibili on-line sul portale www.viefrancigene.org, presso l’Associazione Europea delle Vie Francigene (con sede a Fidenza) o presso molte Pro Loco e uffici turistici lungo il percorso, molti ostelli o alberghi hanno i loro timbri che saranno felici di stamparvi sulla credenziale.

Alloggi e Accoglienza
Lungo il tratto emiliano della Via Francigena si trovano diverse tipologie di strutture ricettive:
Ostelli per pellegrini: offrono sistemazione in camerate a prezzi contenuti (generalmente 10-20 euro a notte), spesso con cucina a disposizione
Foresterie: locali pubblici o privati adibiti all’accoglienza dei camminatori
- Monasteri e conventi: offrono ospitalità in un’atmosfera di raccoglimento e silenzio
- B&B, agriturismi e hotel: per chi desidera maggiore comfort e privacy
È consigliabile prenotare con anticipo, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi e nei fine settimana. Molte strutture sono elencate sul sito ufficiale della Via Francigena (www.viefrancigene.org) e nell’app ufficiale gratuita.
Segnaletica e Orientamento
Il percorso è generalmente ben segnalato con:
- Cartelli marroni con il nome dell’Itinerario
- Frecce con il simbolo del pellegrino
- Adesivi bianchi e rossi
- Segnaletica CAI in alcuni tratti montani
Tuttavia, è sempre consigliabile:
- Scaricare le tracce GPS di ogni tappa dal sito ufficiale
- Utilizzare l’app ufficiale della Via Francigena per smartphone
- Portare con sé una guida cartacea o le mappe dettagliate

Cosa Portare nello Zaino per la via Francigena
L’equipaggiamento deve essere ridotto all’essenziale per mantenere il peso dello zaino entro i 7-8 kg (6-7 kg per le donne):
Essenziale:
- Scarpe da trekking già testate e ammortate
- Due/tre cambi di abbigliamento tecnico
- Giacca impermeabile e antivento
- Cappello e occhiali da sole
- Crema solare ad alta protezione
- Borraccia da 1,5 litri
- Kit di primo soccorso con cerotti anticallo e blister
- Credenziale del pellegrino
- Documento d’identità
- Telefono cellulare con caricabatterie/power bank
- Torcia o frontale
- Bastoncini da trekking (consigliati)
Opzionale:
- Sacco a pelo leggero o lenzuolo in seta
- Ciabatte o infradito per la sera
- Asciugamano in microfibra
- Libro o diario di viaggio
Alimentazione e Idratazione
La maggior parte dei centri abitati lungo il percorso dispone di bar, alimentari e ristoranti. Tuttavia, in alcune tappe i punti di ristoro possono essere rari, quindi è consigliabile:
- Partire sempre con la borraccia piena (!!!)
- Portare snack energetici (frutta secca, barrette)
- Fare una buona colazione prima di partire
- Ricaricare acqua ogni volta che è possibile
In Emilia-Romagna le occasioni per gustare l’ottima cucina locale non mancano: dai salumi piacentini al Parmigiano Reggiano, dai tortelli agli anolini , ogni tappa offre specialità da scoprire.

Trasporti e Collegamenti
Il tratto emiliano è ben servito dai mezzi pubblici, il che permette di organizzare il cammino con flessibilità:
- Piacenza: stazione ferroviaria sulla linea Milano-Bologna.
- Fiorenzuola d’Arda: stazione ferroviaria.
- Fidenza: stazione ferroviaria.
- Parma; stazione ferroviaria.
- Fornovo di Taro: stazione ferroviaria.
- Berceto: stazione ferroviaria di Ghiare di Berceto (5 km dal centro).
Esistono anche linee di autobus extraurbani che collegano i vari centri abitati.
Assistenza e Sicurezza
- Numero unico emergenze: 112.
- Lungo tutto il percorso si è sempre vicini a centri abitati con farmacie e medici.
- Molte Pro Loco offrono assistenza e informazioni ai pellegrini.
Risorse Online
- Sito ufficiale: www.viefrancigene.org .
- App ufficiale: Via Francigena (disponibile anche per per iOS e Android).
- Cammini Emilia-Romagna: www.camminiemiliaromagna.it
- Gruppi Facebook: numerose comunità online dove condividere esperienze e chiedere consigli
