
La paura di volare, conosciuta anche come aerofobia, è un disagio molto più comune di quanto si pensi. Secondo alcuni studi, circa il 30-40% della popolazione prova ansia a volare, mentre un 6-10% la sperimenta in forma più grave, tale da evitare del tutto l’aereo. Ma da dove nasce questa paura? E come può essere affrontata?
Se ancora non mi conosci io sono Francesca Di Pietro, una psicologa turistica e dal 2012 mi occupo di travel coaching, aiuto le persone a trasformare il viaggio in un momento di crescita. Anche in questo caso la paura di volare non è una paura oggettiva ma una paura simbolica, non crediamo davvero che essere sul mezzo più sicuro al mondo sia pericoloso, ma è una sensazione irrazionale che “si impadronisce di noi” al solo pensiero o mentre stiamo compiendo l’azione di volare e ci terrorizza non saperlo controllare né predirre, quindi in molti casi si preferisce semplicemente eliminare la fonte di ansia senza mai andare a lavorare sul perchè quell’ansia ci viene.
Le radici psicologiche della paura di volare
Paura della perdita di controllo
Molte persone riferiscono che l’aereo suscita ansia perché non si è al comando della situazione. Chi ha una personalità orientata al controllo potrebbe sentirsi particolarmente vulnerabile all’idea di affidarsi completamente a un pilota e a un sistema tecnico di cui non ha alcuna gestione diretta. Come sempre è una paura traslata, non è del pilota che non ci fidiamo ma forse di altre figure a noi vicine, magari siamo in un momento in cui vogliamo ipercontrollare ogni cosa che accade perché ci sentiamo gli unici in grado di fare bene un compito per noi importante. Cerchiamo di vedere sempre questi passaggi non come didascalici ma simbolici.
Claustrofobia e spazi chiusi
L’ambiente ristretto della cabina, i sedili vicini e la mancanza di spazio personale possono attivare sintomi claustrofobici, rendendo difficile il rilassamento anche per poche ore di volo. La sensazione di non avere via di fuga può comparire quando viviamo qualcosa della nostra vita che percepiamo come castrante, frustrante, del quale non vediamo una via di fuga. Una relazione tossica, un lavoro che odiamo ma che non possiamo abbandonare per motivi economici, la necessità di prenderci forzatamente cura di qualcuno, ad esempio persone anziane della nostra famiglia, quando in realtà questa situazione ci fa sentire in gabbia. È molto difficile ammettere a noi stessi e soprattutto a chi ci sta vicino che proviamo questa sensazione, spesso si associa ad un senso di colpa molto forte, quindi il nostro cervello preferisce spostare il sintomo.
Ansia anticipatoria e immaginazione catastrofica
Le persone ansiose tendono ad avere un pensiero ipervigilante e catastrofizzante. Ogni piccolo rumore, turbolenza o annuncio dell’equipaggio può essere letto come un presagio di pericolo. Inoltre, l’ansia anticipatoria (quella che si prova nei giorni prima del volo) può diventare più intensa del volo stesso. Moltissime persone che soffrono di ansia anticipatoria la applicano a diversi contesti, spesso anche a scenari ipocondriaci o di incidenti di altro tipo, il viaggio associato spesso ad un momento durante il quale si esce dalla prorpia area di comfort può essere il luogo perfetto per proiettare tantissimi tipi di ansia e di pericolo, per questo motivo molte persone con ansia anticipatoria preferiscono non viaggiare o fare sempre la stessa cosa in modo da conoscere già il territorio
Esperienze traumatiche passate
Chi ha vissuto un volo turbolento, un atterraggio difficile o addirittura un incidente (anche solo come spettatore in TV) può sviluppare un’associazione negativa con l’esperienza di volo. In alcuni casi, questa fobia può rientrare nei disturbi post-traumatici da stress (PTSD). Potremmo dire che questo sia l’unico caso in cui la paura sia veramente correlata al volo ed in quel caso si possono utilizzare le tecniche più comuni per aiutare a superare i traumi, come quelle suggerite dalla terapia cognitiva comportamentali o anche l’EMDR.
Come si può affrontare la paura di volare?
Conoscenza e informazione
Uno dei modi più efficaci per ridurre l’ansia è imparare a conoscere il nostro corpo e la nosta mente, riconoscere l’ansia come parte di noi e capire che non è strettamente collegata all’aereo, ma strettamente collegata alla nostra mente. Gli attacchi di panico oltre che imaprare a gerstirli si possono anche imparare a prevedere e a leggere, quando comprendiamo profondamente che sono fatti da oi stessi iniziano a farci meno paura.
Ovviamente abbiamo bisogno anche di uno “zuccherino” cognitivo, comprendere come funziona un aereo, quali sono i protocolli di sicurezza e cosa aspettarsi durante il volo. Sapere che una turbolenza è un fenomeno normale e non pericoloso può già ridurre molto il disagio.
Tecniche di respirazione e rilassamento
Molti percorsi terapeutici includono tecniche di gestione dell’ansia, come la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo o la mindfulness. Questi strumenti aiutano a ridurre la risposta fisiologica della paura (tachicardia, sudorazione, respiro corto).
Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
La CBT è una delle terapie più utilizzate per fobie specifiche come la paura di volare. Aiuta a:
- identificare i pensieri disfunzionali (“l’aereo cadrà”),
- sostituirli con pensieri realistici,
- esporsi gradualmente alla situazione temuta attraverso esercizi immaginativi o pratici.
EMDR e tecniche per traumi
Se la paura deriva da un trauma specifico, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) può essere una tecnica molto utile. Aiuta a elaborare e desensibilizzare ricordi disturbanti legati al volo.
Corsi specifici e simulazioni
Molte compagnie aeree, come ad esempio ITA, e centri terapeutici offrono corsi per superare la paura di volare, con sessioni teoriche, supporto psicologico e simulatori di volo. Partecipare a questi corsi aiuta anche a sentirsi meno soli.
Se la tua paura è anche associata ad altre esperienze legate al viaggio e non solo al volo tu suggerisco di parteciapre al webinar sulla gestione dell’ansia in viaggio che terrò il 28 Maggio alle 21, è un webinar che faccio circa 2 volte l’anno, se quando leggerai questo articolo non sarà più disponibile contattami.,
Approcci integrati: visualizzazioni, journaling e coaching
- Scrivere le proprie paure prima del volo e poi rileggere il proprio vissuto dopo può aiutare a costruire un senso di autoefficacia.
- Le visualizzazioni guidate prima del volo aiutano a immaginare un viaggio tranquillo e sicuro.
- Il travel coaching può integrare questi strumenti in un percorso più ampio di autonomia e gestione delle emozioni legate al viaggio, se ti interessa fare una consulenza contattami.
La paura di volare è reale, ma è anche affrontabile. Non è un segno di debolezza, ma una manifestazione di un bisogno di sicurezza non ancora integrato. Con gli strumenti giusti, è possibile trasformare la paura in consapevolezza, e l’evitamento in libertà di movimento.
Molte persone che un tempo evitavano l’aereo oggi viaggiano con serenità. Non perché la paura sia sparita del tutto, ma perché hanno imparato a viverla senza farsi bloccare.
E tu? Sei pronto a fare il primo passo verso un cielo più sereno?