
Braccialieri è un invito a rallentare, a respirare profondamente, a lasciarsi abbracciare dalla Sicilia più autentica. A sud-est, tra ulivi secolari e pietra bianca, a pochi minuti dal centro di Noto, prende forma un nuovo modo di intendere l’ospitalità: un viaggio lento, multisensoriale, in cui paesaggio, tradizione e design dialogano nella stessa lingua.
Luxury resort ed eco-glamping allo stesso tempo, Braccialieri è prima di tutto una casa condivisa. Sorge all’interno di un uliveto archeologico popolato da piante plurisecolari che custodiscono memoria e trasmettono serenità. Qui la Sicilianità si esprime attraverso un’estetica contemporanea, essenziale e accogliente: una bellezza sobria, mai ostentata, che mette al centro l’ospite e la natura circostante. La filosofia è chiara: raccontare il lusso della semplicità, dei ritmi lenti, dell’armonia con il territorio. Omaggiare la terra e chi l’ha lavorata nei secoli, i braccialieri, custodi silenziosi di un ecosistema rimasto integro e generoso. È a loro, e alla loro eredità fatta di cura e umiltà, che questo luogo rende tributo.
Ed è proprio all’interno di questo luogo sospeso tra natura e memoria che prende vita Dodici Zappe, il ristorante che incarna la visione gastronomica di Braccialieri. Qui il racconto dell’ospitalità si completa a tavola, dove il gesto del nutrirsi torna a essere un dialogo profondo con la terra. Un ristorante custodito tra le mura di un antico palmento dell’Ottocento, dove la memoria contadina pulsa ancora viva. Il nome rievoca l’antica unità di misura dei braccianti, dodici colpi di zappa che scandivano il lavoro nei campi, simbolo di radici profonde, dedizione e rispetto per ciò che la natura offre.
In questo contesto autentico, lo chef Francesco Giura intreccia tecnica stellata e identità territoriale, dando vita a una cucina essenziale e moderna, capace di emozionare senza superfluità. Il suo percorso – dall’Istituto Alberghiero Gasparrini di Melfi alle esperienze internazionali, fino alle cucine prestigiose del Marchesino di Gualtiero Marchesi e del Mandarin Oriental sotto la guida di Antonio Guida – ha affinato uno sguardo gastronomico elegante, rigoroso e profondamente personale. Oggi, alla guida della cucina di Braccialieri, Giura porta avanti una visione che valorizza memoria e territorio, trasformando ogni piatto in un racconto. Buon viaggio!
La squadra
Executive Chef: Francesco Giura
Pastry Chef: Mattia Savoca
Capo partita: Giuseppe Iuvara
Direttore di sala e Sommelier: Alessandra Fortunato
Barista e Cameriere di sala: Gabriele Lippolis
Il Benvenuto!
Ci avviamo verso il ristorante…
Il cafè è un’area incantevole circondata da un tripudio di bouganville e piante tipiche siciliane. Un’oasi di colori vivaci e profumi inebrianti che evocano il cuore autentico della Sicilia.
La piscina.
Tavolo conviviale… ideale per la nostra tappa primaverile in Sicilia VG Roadshow (Stay tuned)
L’ingresso a Dodici Zappe….
Sala e mise en place.
Aperitivo!
La cena si apre con una trilogia di amuse-bouche che introduce con immediatezza la filosofia della cucina.
La Sfera alla Norma è un piccolo omaggio al grande classico siciliano, riletto con leggerezza e rigore tecnico. Un frollino al basilico e Parmigiano fa da base croccante a una semisfera di pomodoro datterino gelificato, farcita con una crema di melanzane montata a caldo. Completano il boccone ricotta salata e foglie di basilico. Nessuna frittura: solo precisione e pulizia di sapori.
Segue la tartelletta di pasta fillo ripiena di uno stracotto di cinghiale morbido e succoso, glassato con fondo bruno e rifinito con delicati fiori di sciso rosso. La lunga cottura a bassa temperatura garantisce una texture setosa, mentre la croccantezza della fillo aggiunge un piacevole contrasto al boccone servito tiepido.
Chiude il trittico il gambero rosso in tempura, leggero e fragrante grazie a una pastella a base di farina di riso e acqua frizzante. In accompagnamento, una maionese al sommacco e la sua polvere regalano una nota acida e speziata che pulisce il palato e prepara alla portata successiva.
Pane e grissini tirati a mano realizzati con lievito madre e semola 100%.
Stappiamo un Metodo Classico Brut Sicilia DOC – Terzavia
La “terza via” del Grillo, uno spumante metodo classico che rappresenta la tradizione di un territorio in evoluzione, esaltando caratteri fino ad oggi inesplorati. Tradizione francese e spiccata personalità siciliana. Una varietà, quella del Grillo, che continua a stupire per la sua poliedricità e forza, in questa “Terzavia” capace di comunicare una terra fortemente vocata ai grandi vini.
Splendidamente abbinato con il carpaccio di manzo che viene servito in una composizione fresca e mediterranea. La carne, tagliata finemente e condita all’ultimo per preservarne delicatezza e brillantezza, incontra una frisella cunzata resa morbida dall’idratazione con acqua di pomodoro. I pomodorini dry portano una dolcezza concentrata, mentre la cucuzza in agrodolce aggiunge la nota acidula necessaria a bilanciare il piatto. Un insieme equilibrato, che alterna morbidezze, croccantezze e sfumature dolci-acide con grande naturalezza.
L’Uovo a 65° arriva al tavolo come un esercizio di equilibrio tra dolcezza, grassezza e freschezza. La cottura a bassa temperatura lascia il tuorlo morbido e avvolgente, mentre il capuliato di pomodoro ne accentua la sapidità mediterranea. Una spuma di cipolla, leggera e “sifonata”, aggiunge volume senza appesantire, e il limone salato fermentato introduce un’acidità fine, quasi volatile, che bilancia il piatto. A completare, erba cipollina e un filo di olio verde per un finale aromatico e brillante.
Per il prossimo abbinamento proviamo un calice di AltroVerso Grillo Sicilia Doc 2024 Bio – Porta del vento
Di colore giallo dorato e brillante, al naso regala sensazioni fruttate e agrumate con note di pietra focaia e idrocarburi.
Il sorso ha un’ottima struttura ed eleganza, la sensazione sapido/salata lo rende fresco e persistente.
Il Risotto al peperone è un piatto che gioca sulla purezza del gusto e sulla profondità aromatica. La base nasce da una tostatura classica del riso, portato poi in cottura con un’estrazione limpida di peperone che ne definisce colore e intensità. La mantecatura con burro e Ragusano dona cremosità e una nota sapida elegante, senza mai coprire la componente vegetale. In chiusura, una finitura di peperoni arrostiti, “all’abbraccio”, aggiunge una sfumatura affumicata e calorosa, completando un piatto che è al tempo stesso essenziale e ricco di personalità.
Passiamo ora all’incredibile Spaghetto con burro affumicato e alici di Cetara è un piatto che vive di contrasti ben calibrati. Il burro, affumicato con delicatezza, avvolge la pasta senza sovrastarla, mentre le alici apportano una sapidità profonda e pulita. L’uvetta introduce un tocco dolce che dialoga con i pinoli tostati, creando un equilibrio mediterraneo di grande armonia. Il finocchietto selvatico chiude il piatto con una nota erbacea luminosa, mentre la mantecatura con l’acqua di cottura garantisce una texture cremosa e avvolgente.
Passiamo ora a Firraru Family & Friends” Bianco Terre Siciliane IGT 2022 – Feudo Maccari
Nel calice si presenta di un giallo paglierino brillante con riflessi dorati e verdolini. Al naso offre un bouquet complesso e stratificato: agrumi gialli, albicocca fresca, pesca bianca e mela gialla, accompagnati da sfumature di ananas, mango e un delicato sentore di finocchio. Le note affumicate, dovute a un uso del legno misurato, si intrecciano a toni di pietra focaia, gelsomino e mandorla, creando un profilo aromatico ampio e articolato. Il sorso è potente ma sempre preciso: un’acidità lucida attraversa la frutta matura, sostenuta da una texture cremosa e da una freschezza armoniosa. La struttura rimane leggera ma ricca, con un finale lungo e persistente, segnato da una salinità sottile, spezie fini e un elegante ritorno tostato. Una chiusura che sembra restituire l’eco del mare che modella questo vino.
Che accompagna con grande eleganza l’Ombrina all’abbraccio, che arriva con una cottura delicata che ne preserva tutta la morbidezza. Accanto, una tartare di pomodoro fresca crea un piacevole contrasto termico e di consistenze, mentre la salsa alle olive, finemente emulsionata, aggiunge profondità e sapidità al piatto. A completare, un friggitello fritto al momento che dona una nota croccante e leggermente amara, chiudendo l’insieme con equilibrio e personalità.
Ed ora… dessert! Cioccolato e pomodoro è un dessert che sorprende per equilibrio e coerenza aromatica. La sfera di cioccolato fondente, perfettamente temperata, racchiude un cuore di gel di pomodoro che introduce una freschezza inattesa ma perfettamente integrata. La crema inglese, delicatamente aromatizzata, avvolge il boccone con morbidezza, mentre origano e buccia di pomodoro completano il piatto mantenendo un filo conduttore vegetale che lega ogni elemento. Un finale dolce-sapido che gioca sulla finezza delle sfumature mediterranee.
Come piccola pasticceria: gelatina di lampone, tartelletta alla carruba, frutta invernale.
Se il buongiorno di vede dal mattino, qua è dolcissimo…
Nel cuore della tenuta Braccialieri nasce l’Orto Bio Pizzuta, un luogo autentico dove la terra racconta la sua storia attraverso profumi, colori e sapori. Coltivato con metodi biologici e sostenibili, l’orto rappresenta l’anima più genuina di Braccialieri e il legame profondo con la tradizione agricola siciliana.
Tra i filari di pomodori , melanzane, zucchine, peperoni, erbe aromatiche e antiche varietà locali, ogni pianta cresce seguendo i ritmi naturali delle stagioni e viene curata con passione e rispetto per l’ambiente.
L’Orto Bio Pizzuta non è solo un luogo di produzione, ma anche un’esperienza sensoriale e culturale: gli ospiti possono visitarlo, raccogliere personalmente i prodotti freschi e partecipare a percorsi di degustazione o cooking class insieme al nostro chef, per riscoprire i sapori autentici della campagna siciliana. Ogni ingrediente che nasce qui diventa protagonista delle creazioni del ristorante Dodici Zappe, dove la cucina si trasforma in un racconto di territorio, stagionalità e amore per la natura.
L’Orto Bio Pizzuta è, in definitiva, un piccolo ecosistema di armonia e bellezza, simbolo della filosofia di Braccialieri: vivere la terra, rispettarla e condividerne la sua ricchezza con chi la ama.
Per il light lunch: vitello tonnato
Focaccia con pomodorini
Tiramisù
La Piscina privata della nostra Suite.
La sera torniamo a fare visita a Dodici Zappe, d’altronde dove si è stati bene…
Iniziamo con un calice di Metodo Classico Rosato Nero d’Avola Extra Brut 2020 – Cristo di Campobello
Elegante e raffinato colore rosa cipria, brillante e trasparente, dal perlage fine e persistente. Profumi delicatamente fragranti, petali di rosa e ciliegia fresca, lampone e melograno. Al sorso è ben strutturato, armonioso nella sua equilibrata acidità-sapidità, con riverberi di persistenza floreale e freschezza.
Gli amuse-bouche di questa sera sono tre piccoli assaggi che raccontano tecnica e identità.
La tartelletta di tonno e buzzonaglia, completata da cipolla dolce e bottarga, ricorda la merenda del pescatore: un boccone crudo e saporito, in cui la componente ematica della buzzonaglia trova equilibrio nella sapidità della bottarga e nella rotondità vegetale della cipolla.
Segue il fungo croccante del bosco, un guscio dorato ottenuto con doppia panatura che racchiude un cuore morbido di patate e porcini. La “polvere di terra”, ricavata da funghi essiccati, aggiunge un ulteriore livello aromatico e completa il richiamo al sottobosco.
Chiude la trilogia l’Uovo all’uovo, un gioco di consistenze in cui la crema d’uovo incontra la fonduta di caciocavallo, mentre la senape di bigione porta un contrappunto aromatico vivace. A lato, pane tostato e condito per accompagnare il boccone con una nota croccante.
Proviamo ora Salina Bianco Malvasia 2024 – Caravaglio
Questo vitigno a bacca bianca è originario della Sicilia e, sui suoli vulcanici del territorio di Malfa, nell’isola di Salina, sviluppa una luminosità minerale nitida e distintiva, pur mantenendo i caratteristici aromi della Malvasia. Il vino riflette alla perfezione il suo terroir ispirato dal mare: note di agrumi, sale marino e fiori selvatici.
Focaccia al pomodoro
I dettagli degli interni sono una fusione elegante e commemorativa della Sicilia più vera.
Il menù di oggi inizia con il gambero rosso e la ventresca di ricciola, che compongono un piatto giocato su delicatezza e rotondità. Le due marinature, eseguite separatamente, permettono a ogni elemento di mantenere identità e precisione, mentre il servizio a temperatura ambiente esalta la texture setosa e la componente grassa della ricciola. La cicoria al limone porta una spinta acida brillante, bilanciata dalla dolcezza profumata della mostarda di fico. A rifinire, la bottarga di ricciola aggiunge profondità sapida e un finale marino elegante.
La Scaccia d’agnello è un boccone che unisce tradizione e finezza tecnica. La pasta, tirata molto sottile, avvolge un ripieno di agnello stracotto morbido e intenso, mentre il pecorino aggiunge una nota sapida e cremosa che arrotonda l’insieme. L’insalata di finocchi porta freschezza e croccantezza, creando un contrasto piacevole con la ricchezza del ripieno. La salsa verde, montata a freddo e arricchita con clorofilla, dona brillantezza e un finale erbaceo che illumina il piatto.
Stappiamo Occhio di Sale 2024 – Giuseppe Cipolla
Vino rosato ottenuto dall’assemblaggio di diverse uve, Nero d’Avola in prevalenza. “Occhio” in siciliano spesso indica un piccolo spiraglio, pertanto Occhio di Sale va ad indicare una piccola area di terra, proprio un occhio, con concentrazione eccessiva di argilla e gesso, quindi salgemma.
In abbinamento al Gnocco ripieno di cinghiale, un piccolo scrigno di sapori robusti e avvolgenti. L’impasto morbido e altamente idratato racchiude il cinghiale brasato, mentre la cipolla in agrodolce aggiunge una nota fresca e aromatica. La salsa verde all’erba cipollina e il fondo tirato completano il boccone, esaltando la sapidità e il carattere deciso della carne.
Passiamo ora all’Anelletto in brodo di triglia, un piatto elegante e armonioso. Il brodo limpido, estratto dolcemente da lische e teste, avvolge la pasta con delicatezza, mentre l’emulsione di ricotta aggiunge cremosità e morbidezza. La caponata scomposta, servita in elementi separati, introduce contrasti di consistenze e sapori che rendono il piatto sorprendentemente dinamico.
Per il prossimo piatto: DBE Etna Rosso – Tenuta Solisciaro
Di un intenso colore rosso rubino, il Etna Rosso Doc Tenuta Solisciaro si distingue per la sua buona consistenza e per i suoi profumi avvolgenti. Al naso emergono sentori di frutta di bosco matura, sfumature speziate e delicate note di vaniglia, mentre in bocca si presenta caldo, morbido e asciutto, con tannini dolci e una discreta sapidità che ne esalta la persistenza.
Il sorso esalta la Ricciola in panko, che propone un triplice gioco di consistenze e aromi: marinata, fritta e cruda, ogni porzione rivela una sfumatura diversa del pesce. La frittura veloce in panko regala croccantezza, il fondo di fungo porta profondità umami e i cardoncelli, cotti e crudi, aggiungono contrasti di texture e un tono terroso equilibrato.
Infine, Lattico è un dessert salato che gioca su equilibrio e contrasti. Un lingotto di caciocavallo concentrato si accompagna a una spuma acidulata all’aceto ridotto, mentre la cialda croccante all’origano completa il boccone con leggerezza e aromaticità, chiudendo il percorso con un finale sapido e raffinato.
Come pre-dessert dolce prepariamo il palato con il peperone crusco: viene delicatamente glassato nel cioccolato di Modica, valorizzando il gioco dolce-salato senza ricorrere a fritture. Un boccone breve ma intenso, che prepara il palato alle portate successive.
La piccola pasticceria chiude il percorso in leggerezza e allegria: zeppole e paste di mandorla, servite in formato mignon, mantengono la delicatezza dei classici dolci tradizionali, grazie a cotture brevi e servizio immediato.
Il dessert “Torrone non torrone” è un omaggio creativo alla tradizione: una cake dolce con miele e frutta secca, leggermente affumicata per richiamare il carattere del torrone classico. La base montata al miele regala morbidezza, mentre la finitura affumicata aggiunge profondità e memoria gustativa.
Uno scatto con i veri protagonisti di queste giornate!
Uno sguardo da vicino al resort…
Con infinita gioia e gratitudine un immenso grazie, alla prossima!
Cucina
La cucina di Dodici Zappe nasce da una visione che unisce territorio e tecnica in un equilibrio misurato e incisivo. Lo chef Francesco Giura interpreta la materia prima con un approccio essenziale, lasciando che siano gli ingredienti – spesso raccolti nei dintorni o selezionati da piccoli produttori – a definire il ritmo del menu. Le sue esperienze nelle cucine stellate si percepiscono nella precisione dei tagli, nelle cotture millimetriche, nella pulizia del gusto. Ma ciò che colpisce davvero è la capacità di trasformare la memoria contadina in un linguaggio contemporaneo: piatti che non inseguono l’effetto, ma raccontano una storia attraverso consistenze nitide, sapori netti e una sensibilità matura verso la tradizione siciliana.
Servizio e accoglienza
Il servizio rispecchia l’anima del luogo: misurato, cordiale, mai invadente. La sala accompagna l’esperienza gastronomica con un ritmo lento e rassicurante, lasciando spazio all’ospite di immergersi nei propri tempi. La conoscenza dei piatti e delle materie prime è approfondita, ma condivisa con naturalezza. Il personale sa muoversi tra professionalità e calore, creando un clima di accoglienza intima che amplifica il senso di autenticità del ristorante. Ogni gesto, ogni parola, ogni dettaglio sembra pensato per far sentire l’ospite ascoltato, accolto e perfettamente a proprio agio.
Conclusioni
Dodici Zappe è molto più di un ristorante: è il completamento gastronomico di un progetto che celebra la Sicilia attraverso i suoi ritmi, i suoi sapori e la sua storia. L’esperienza qui è coerente, armoniosa, capace di unire semplicità e raffinatezza senza contraddizioni. È un luogo in cui ci si nutre davvero di territorio, non solo attraverso i piatti ma attraverso un’atmosfera che invita a fermarsi, respirare e riconnettersi. Un indirizzo imprescindibile per chi cerca una cucina di identità, profondità e sincera eleganza.
Braccialieri Noto
Contrada Seggio Snc 96012 Avola (Siracusa)
Telefono: +39 376 241 4542
Da Mar a Sab 19:30/22:30 | Dom 12:30/15:00





































































































