
Ci sono luoghi in cui il tempo sembra sospeso, dove la natura parla sottovoce e il mare sussurra storie antiche. Bátu è uno di questi. Incastonato tra i profumi della macchia mediterranea e la vista struggente sul blu del mare siciliano, nasce il ristorante gourmet del Grand Hotel San Pietro, un’esperienza pensata per chi, nel gusto, cerca ancora un’emozione autentica, primordiale, liberatoria.
Il nome – Bátu – ha il suono di una parola antica, misteriosa. Viene dal greco e attraversa i secoli per evocare il fiore dell’ulivo: discreto, delicato, profumato, come la cucina di Luca Miuccio, Executive Chef profondamente legato alla sua terra, ai ricordi dell’infanzia, ai sapori della Sicilia più vera. La sua è una cucina sensoriale e colta, che affonda le radici nella tradizione ma sa parlare il linguaggio contemporaneo delle consistenze, della materia prima eccellente, dell’estetica del gusto.
Con lui, una squadra d’eccellenza: Luigi Bonomo alla guida del servizio, Carmelo Famà in sala, Angela Fresta in cantina e Luca Cammaroto a firmare i dolci finali. Insieme costruiscono un racconto che non è solo gastronomico, ma profondamente umano. Signature dish? Una ricciola alla brace con umami di pomodori che racchiude, in un gesto semplice, l’essenza stessa del Mediterraneo.
La squadra
Head Chef: Luca Miuccio
Sous Chef: Gabriele Sciacca
Pastry Chef: Mattia Aleo
Food & Beverage manager: Luigi Bonomo
Maître: Carmelo Famà
Sommelier: Fresta Angela
Chef de Rang: Giulia Meli
Il Grand Hotel San Pietro è il gioiello del gruppo Lindbergh Hotels, un esclusivo 5 stelle lusso sospeso tra il blu profondo del Mar Ionio e il fascino senza tempo della storica Taormina. Nato all’interno di una nobile villa dei primi del Novecento, finemente restaurata nel rispetto della sua eleganza originaria, l’hotel conserva intatta la sua anima aristocratica, fatta di dettagli preziosi, atmosfere d’altri tempi e uno charme inconfondibile. Immerso in un rigoglioso giardino mediterraneo, il Grand Hotel San Pietro regala agli ospiti viste spettacolari: da un lato, l’incantevole Isola Bella incorniciata dalle infinite sfumature del mare; dall’altro, la maestosità dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, che domina l’orizzonte con la sua presenza imponente. Un luogo in cui il tempo sembra sospeso, dove ogni soggiorno si trasforma in un’esperienza di autentico lusso siciliano.
Il benvenuto in camera…
Ogni camera è un piccolo omaggio al territorio: sfumature vibranti di giallo, rosso e blu si intrecciano in un’armonia cromatica che richiama i fiori mediterranei, il mare cristallino e il sole della Sicilia. Le maioliche, le ceramiche artigianali e i dettagli coloniali impreziosiscono gli spazi con richiami alla tradizione e alla cultura locale, creando un dialogo visivo continuo con il paesaggio circostante.
Dettagli: La doppia doccia è sempre un plus.
Scendiamo per l’aperitivo…
E un pranzo light con golosa pizza gourmet sulla terrazza panoramica vista mare. Qui nella Ulivum Terrace, dove la cucina si muove tra influenze internazionali e piatti della tradizione isolana, come gli arancini, lo spaghetto al pomodoro datterino o il pesce alla griglia, il forno a legna arricchisce l’esperienza con una selezione di pizze d’autore, ciascuna abbinata a cocktail e drink pensati ad hoc da una drink list dedicata.
Ce n’è per tutti i gusti…più uno!
Ogni spicchio un’esplosione di sapori, come i bocconcini fritti adornati di cruditè…
Come prima cena del nostro soggiorno, proviamo Il Giardino degli Ulivi con una proposta che omaggia la cucina classica mediterranea e le tradizioni siciliane.
Calice di benvenuto niente meno di uno Aoc Champagne Extra Brut Blanc de Noirs Les Vignes Blanches 2019 – Alexandre Bonnet
Dal perlage stuzzicante, profuma di frutta a polpa bianca, agrumi e spezie con tocchi iodati a rifinitura. Il sorso è ben calibrato, sapido e dalla carbonica carezzevole, chiudendosi con un finale lungo con richiami mentolati.
Pane homemade e burro montato.
Ci facciamo viziare con qualche bocconcino che parla la lingua locale…
Spaziamo poi dalle ostriche al mosaico di crudi del Mediterraneo…
Battuto di crudi del Mediterraneo…
Il servizio si distingue per le preparazioni “live” in sala, come i piatti flambé, tra cui la celebre pasta con le sarde o il pesce all’eoliana, che trasformano la cena in uno spettacolo per i sensi.
L’incredibile linguina all’astice flambè…
Servito al tavolo trancio di cernia al limone con bottarga di tonno e morbido di patate
Concludiamo con una delicata crepes suzette con gelato.
Ogni angolo di questo Hotel lascia stupefatti per la sua bellezza e meticolosità dei dettagli…come l’ammirevole Rotonda sul mare!
Uno spazio privato (per le cene di sera c’è una importante lista di attesa) , con affaccio sul mare, in cui si può godere di una delle colazioni più sbalorditive di tutti i tempi…
Volendo godere ancora di qualche sfizio di può proseguire nella sala colazioni, per una scelta veramente vasta.
Nella zona piscina si trova Rizza, il pool bar dell’hotel, con una proposta leggera e fresca: insalate gourmet, baguette artigianali, panini siciliani e centrifughe salutari, serviti in packaging sostenibili e riciclabili. A completare l’offerta, una carta di cocktail freschi e low-alcohol, perfetti per le giornate di relax al sole.
Una grande vasca all’aperto, a picco sul luccicante mare blu della Sicilia, circondata da comodi lettini e bianchi ombrelloni.
Si avvicina l’ora di cena, e finalmente ci avviamo al ristorante Bátu! Iniziando dall’aperitivo…
Sala e mise en place…
Il menù “Luca, ago e filo”
Partiamo con Canapè: lo chef vuole creare un gioco di illusione, con piatti di verdure che ricordano piatti di pesce:
- Lenticchia nera “beluga” di ustica con miso e lime
- Spuma di topinambur e umami di pomodoro
- Barbabietola – trattata come se fosse un tonno – cotta, marinata, affumicata, marinata con dello yuzu. Accompagnata da estratto di prezzamolo e polvere di barbabietola
- Crostino di pane con maionese di asparago, composta di peperone anice e finocchietto – Da completare con: Peperone sott’olio
- Finta seppia – Cipolla fermentata in ossidazione per 60 giorni
Proseguiamo con l’amuse-bouche: asparago crudo, pan di zucchero, foglia di quercia, due tipologie di carota (rossa e gialla), cicoria, radicchio, piselli (12 erbe in base alla stagionalità) e 2 baccelli. Alla base: patata e estratto di olive. Adornato con una cialda di patata.
La leggenda racconta che San Pietro viene chiamato a Taormina per proclamare primo vescovo di sicilia San Pancrazio. Alcuni anticlericali cercarono di ucciderlo per impedire la proclamazione. Fu quindi invitato a cena, in un’orto, durante la quale venne servito un piatto avvelenato. Si dice che fu guidato dallo spirito santo verso un’albero di ulivo, staccò un ramo dalla pianta e lo avvicinò al piatto. A quel punto il piatto si illuminò e si ruppe. L’evento determinò la salvezza di San pietro. In questo piatto hanno voluto ricreare l’evento fortunato, creando una cialda di patata che và spezzata con il cucchiaio, al di sotto della quale si trovano dei vegetali che richiamano l’orto.
Come prima portata arriva PESCE ROSSO, il signature dish di Luca: un tripudio di pomodoro con 7 lavorazioni differenti. All’esterno troviamo un pomodoro arrosto, all’interno un’estrazione pura di pomodoro ed un’estratto di prezzemolo. Nella ciotola: pomodoro fermentato alla base, aglio nero e 4 tipologie di pomodoro in gelatina (rosso, giallo,verde e datterino). Da completare con la panzanella.
Proseguiamo con Cipolla: cipolla fermentata con foglia d’argento edibile e latticello con olio al basilico. Incredibile viaggio, dalla vista al gusto!
Segue il Radicchio: radicchio fermentato per 3 settimane con miele lacto fermentato servito con crema al miso e olio al prezzemolo. Un piatto che racconta una visione audace e consapevole della cucina contemporanea. Il radicchio, sottoposto a tre settimane di fermentazione, perde l’amaro più ruvido e guadagna profondità, mineralità e una vena acidula che stuzzica. Il miele lacto-fermentato aggiunge una dolcezza complessa, mai banale, che danza con la sapidità decisa della crema al miso. L’olio al prezzemolo chiude il cerchio con una nota verde, fresca, quasi balsamica. Un piatto che parla di tecnica, di terra, di tempo e di equilibrio.
CAROTA si compone di un flan di pastinaca bianca fermentata a forma di coniglietto, una carota scottata con burro chiarificato ed aromi, estratto di foglie di carote e glassa di carota acidificata con passion fruit ed umami di carota e, infine, lo scampo maturato con aglio nero ed erba cipollina.
In abbinamento Passobianco 2022 – Passopisciaro
Il vino si presenta al calice di colore giallo paglierino intenso. Il profilo olfattivo è elegante, con note di frutta gialla, frutta tropicale, sfumature di miele, pasticceria e sensazioni delicatamente tostate. Al palato ha un buon corpo, con aromi complessi, frutto molto espressivo e una piacevole chiusura fresca su note sapide e minerali tipiche del terroir vulcanico.
Proviamo ora il Bottone ripieno con zucca in agrodolce, accompagnato da lamelle di zucca, caviale e delicata capasanta in lamelle. Un piatto che unisce eleganza e memoria, in cui la zucca in agrodolce evoca suggestioni domestiche e mediterranee, racchiusa in un bottone dalla sfoglia precisa, una composizione armonica, raffinata, dove dolcezza e sapidità si rincorrono con misura.
Sapientemente abbinato a Etna Rosato 2024 – Girolamo Russo
Questo vino nasce da uve Nerello Mascalese. Il bouquet richiama note di melograno e fragoline che si alternano a richiami di ginestra; il sorso è sorretto da una grande spinta sapida e minerale, con un finale persistente e di grande freschezza.
La tensione gustativa sale con PEPERONE “AMMUTTUNATU”: un peperone abbottonato con mollica di pane, olive, capperi, mandorle, cipolla. Il tutto viene fermentato per due settimane e accompagnato con estratto di olive e salsa di umami di peperone e piccione.
Accompagnandoci verso il gran finale, sgrassiamo con il pre-dessert: sorbetto al frutto della passione con cialda alla mandorla e cipolla rossa caramellata.
Ed ecco la chiusura di questo spettacolo! La raccolta delle olive: souffle’ alla nocciola e sorbetto alle more. Un dolce che racconta la terra con eleganza e misura. Un finale di pasto che riesce a essere insieme confortevole e raffinato, giocando sulla stagionalità con grande sensibilità.
Coccole finali con caffè e piccola pasticceria:
- Cioccolatino al caramello mou e miso
- Cioccolatino al limone fermentato e praline al pistacchio
- Iris con crema di banana -Cialda alla mandorla con gelè alla cannella
- Cannolo alla ricotta con cialda alla carruba
- Scorzetta d’arancia
- Gelè alla fragola ed ibiscus
- Marshmallow al bergamotto
- Torroncino alla mandorla e pistacchio
Caffè Morora 34 bio, torrefazione Pascucci, Origine Colombia, Guatemala e India, Blend.
Uno scatto finale con questo incredibile team!
Un grazie immenso a tutto lo staff e..alla prossima!!
Cucina
Per un’esperienza più intima e sofisticata, Bátu è un indirizzo imperdibile. Firmato dallo chef Luca Miuccio, il ristorante propone cinque menu degustazione ispirati alla terra, con una cucina creativa e contemporanea che valorizza ingredienti vegetali e prodotti locali di eccellenza.
La sua è una cucina identitaria, che guarda al mare e alla terra con rispetto, lavorando solo materie prime stagionali di altissima qualità, scelte con cura quasi maniacale. Il suo stile si riconosce in una sottile tensione tra tradizione e innovazione: ogni piatto custodisce una storia antica, ma viene tradotta con codici moderni, spesso sorprendenti. Le consistenze giocano tra il croccante e il vellutato, i sapori si bilanciano con precisione millimetrica, gli umami naturali sono esaltati con intelligenza.
Servizio e accoglienza
Il servizio al ristorante Bátu riflette con eleganza la filosofia dell’intera struttura: sobria raffinatezza, cura dei dettagli e una profonda attenzione alla persona. Fin dal primo istante, l’accoglienza è calda ma mai invadente — un equilibrio raro, che fa sentire l’ospite immediatamente al centro di un’esperienza pensata su misura. Il personale di sala, guidato dal Maître Carmelo Famà, si distingue per professionalità e discrezione: ogni gesto è misurato, ogni intervento preciso, ogni spiegazione dei piatti carica di passione e competenza, senza mai sfociare nell’eccesso. La sommelier Angela Fresta accompagna il percorso gastronomico con proposte mai scontate, capaci di esaltare la cucina dello chef Luca Miuccio con accostamenti intelligenti e talvolta audaci. L’atmosfera, complice la vista mozzafiato sul mare e i profumi della macchia mediterranea, è rilassata e rarefatta. Tutto, dalla disposizione dei tavoli all’illuminazione serale, sembra progettato per favorire un’immersione profonda nel gusto e nell’emozione del momento. Batu non è solo un ristorante, ma un luogo dove il tempo rallenta e l’ospitalità diventa parte integrante della narrazione culinaria.
Conclusioni
Il ristorante Bátu, fiore all’occhiello del Grand Hotel San Pietro, è dedicato a chi dal gusto cerca ancora un’emozione autentica, primordiale, liberatoria. La sua cucina esalta la cultura siciliana, impiega materie prime di qualità elevatissima, gioca con le consistenze, mixa i migliori prodotti stagionali. Offre un vero spettacolo di sapori, assaggi di grande valore e un bellissimo ricordo da custodire nel tempo.
Bátu al San Pietro
Via Luigi Pirandello, 50 – 98039 – Taormina (Messina)
Tel: +39.366.6341175
Giorni di chiusura: domenica e lunedì