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Nel cuore pulsante di Catania, tra le mura eleganti di Palazzo San Demetrio, il Ristorante Coria ridisegna l’esperienza del gusto con un linguaggio nuovo e profondamente radicato nel territorio. Qui, la città si racconta in una chiave inedita: la raffinatezza delle antiche dimore nobiliari dialoga con un’estetica contemporanea fatta di equilibrio e misura, mentre la cucina di Domenico Colonnetta e Francesco Patti diventa la voce narrante di un progetto che unisce memoria e visione. E al centro di questa narrazione c’è un numero, il due, simbolo che più di ogni altro esprime l’identità di Coria.

Due come gli chef patron, Colonnetta e Patti, fianco a fianco dal 2008 in un percorso condiviso che ha saputo conquistare nel 2012 la Stella Michelin e un posto di rilievo nella scena gastronomica italiana. Due come le città che hanno accolto il ristorante: prima Caltagirone, dove tutto è iniziato, e oggi Catania, nuova cornice di un’esperienza umana e professionale intimamente legata al cuore della Sicilia. Due come la tradizione e il territorio, fonti d’ispirazione costante, e come le mani che danno loro forma, plasmando la materia prima con la sapienza dell’artigiano e la creatività dell’artista. Due anche come i poli verso cui tende la loro ricerca: custodire e rinnovare il patrimonio gastronomico siciliano, nel solco tracciato dal colonnello Giuseppe Coria, autore del celebre Profumi di Sicilia e figura a cui il ristorante è dedicato.

In quel due vive anche una C, sintesi perfetta della filosofia di Coria: un equilibrio tra passato e presente, tra radici e slancio, tra rigore e poesia – il tutto racchiuso in un’esperienza capace di parlare, con gusto e autenticità, al cuore degli ospiti.

La squadra

Chef: Francesco Patti e Domenico Colonnetta
Sous chef: Rosario Parisi
Pastry chef: Maria Miceli
Maitre: Nino Azzara

Entriamo e godiamo subito di una mise en place scarlatta…

Facciamo un giro al mercato con lo chef per scegliere la materia prima

Nel mentre ci lasciamo travolgere dagli scorci colorati e caratteristici

Iniziamo con un calice di aperitivo: Spumante Metodo Classico Etna Extra Brut 2016 -Murgo

La grande acidità, la bassa concentrazione in colore e molti altri elementi che provengono dal terroir, rendono queste uve molto adatte alla produzione di spumanti elaborati con il Metodo Classico. Un vino dotato di grande personalità e struttura. Il lungo affinamento sui lieviti crea un perlage molto fine, pienezza, complessità che si integra in un perfetto equilibrio tra acidità e morbidezza e per questo motivo non viene effettuato dosaggio. Si crea inoltre una notevole complessità in equilibrio tra freschezza ed evoluzione.

In abbinamento l’amuse bouche:

  • brioche con il tuppo, cantalupo affumicato e menta
  • tartelletta, insalatina di tonno, salsa tartara
  • meringa salata al topinambur
  • croccante alla norma
  • macarons pecorino e marmellata di cipolla
  • assoluto di carota alla brace
  • grissino con cipolla bruciata

Arriva anche un’intrigante bloody mary con acqua di mare, sfincione palermitano.

Abbinato a un meraviglioso pan brioche alle erbette della macchia mediterranea e all’insalata della nonna, un gelato al pomodoro con un velo di cipolla rossa, ricotta salata e cappero candito.

Brilla al calice Etna Bianco DOC “1903” Cuvée delle Vigne Niche – Tenute Paratore

Si tratta di un vino che esprime perfettamente il volto di una terra dai forti contrasti: il vulcano e il mare, il sole torrido e il vento freddo, la montagna e il Mediterraneo. È un vino dinamico, di forte tensione espressiva, limpido e cristallino nella sua tagliente purezza espressiva. Nel calice si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati. Il profilo olfattivo è raffinato e intenso, con profumi di zagara, di erbe aromatiche di macchia mediterranea, cenni iodati, aromi di agrumi, frutta a polpa bianca e note di pietra focaia. Il sorso è teso e verticale, con aromi delicati e complessi, che anticipano un finale sapido fresco e di notevole persistenza. Un fuoriclasse!

Adesso è il momento del crudo di pesce in 3 varianti:

  • ricciola all’eoliana, cappero di salina, oliva, pomodoro e acciuga

  • gambero rosso con mandorla, mandarino di ciaculli e liquirizia

  • ostrica con salsa al metodo classico e frigitelli

Pane servito, fatto in casa, con burro

Passiamo a Minnuzza di sant’agata, un omaggio alla Santa Patrona alla quale le pasticcerie del territorio dedicano un dolce con questo nome. La versione di Coria è salata, composta da un velo di seppia ripieno con il suo nero, crocchetta di piselli, limone e pomodoro candito. Una delicatezza disarmante…

Assaggiamo ora un calice di Damarete Bianco Doc Siracusa Moscato 2021 – Cantine Pupillo

Di colore giallo oro, al naso è fine con profumi di origano selvatico, macchia mediterranea e spezie con una nota balsamica pronunciata. Al palato è equilibrato, un mix tra sapidità e acidità, un moscato contraddittorio, aromatico ma con il tipico finale mandorlato, salmastro, complesso.

Abbinato al merluzzo alla pantesca con salsa di fegati di seppia al mosto cotto, insalatina di molluschi.

Un piatto che unisce in modo raffinato la profondità del mare e la solarità mediterranea. Il merluzzo, pesce dalle carni delicate e versatili, trova nella salsa di fegati di seppia un contrappunto intenso e materico, quasi umbratile, amplificato dal mosto cotto, che aggiunge una nota dolce-acidula di grande complessità.

A seguire sua maestà l’astice in doppia cottura al bbq e gratin, radici croccanti, beurre blanc.

Un piatto che celebra la tecnica e l’equilibrio. L’astice, protagonista di grande nobiltà, viene lavorato con una doppia cottura che ne esalta al tempo stesso la succosità e la complessità aromatica: la griglia regala note affumicate e carnose, mentre il gratin aggiunge una superficie dorata e golosa. Le radici croccanti portano texture e un accento terroso che dialoga con l’intensità marina del crostaceo, mentre la beurre blanc, classica salsa francese, chiude l’insieme con una carezza burrosa e acidula. Il risultato è un piatto elegante, costruito su contrasti armonici e una regia gustativa precisa, che rivela una cucina matura, consapevole e profondamente sensoriale.

Sbicchieriamo ora un Vigna San Francesco Chardonnay Sicilia DOC 2016 – Tasca d’Almerita 

Un masterpiece: secco, minerale, austero, una bandiera siciliana pianta nel lontano 1985 dal colore giallo dorato intenso con riflessi verdognoli nel bicchiere. Al naso rivela aromi complessi di ananas, mela e pesca, note agrumate, completate da sfumature di pera, ananas candito, cioccolato bianco e brioche. Al palato, questo Chardonnay siciliano delizia con la sua struttura elegante, la pienezza e l’equilibrio, sostenuti da un’acidità naturale e piacevole. Il finale è lungo, armonioso, morbido e cremoso.

Segue il delizioso consommé di cappone con infusione di marsala e carapaceo di gambero rosso.

Nel quale viene immerso il tortello di ceci, ripieno alla mandorla, gambero di mazzara.

Un piatto che fonde creatività e radici territoriali in un gioco di contrasti raffinato. Il tortello di ceci, dalla consistenza morbida e avvolgente, racchiude un ripieno alla mandorla che dona dolcezza e struttura, mentre il gambero di Mazara porta una freschezza marina intensa e sapida. Il consommé di cappone al Marsala lega il tutto con eleganza, aggiungendo profondità, calore e una sottile nota liquorosa che esalta i sapori senza sovrastarli. Il risultato è un piatto equilibrato e armonico, capace di raccontare la Sicilia contemporanea attraverso tecnica, materie prime d’eccellenza e un approccio sensoriale sofisticato.

Non può di certo mancare la linguina con telline, cicale di mare, pistacchio di Bronte, polvere di limone e alloro.

Assaggiamo ora “FORFICE” Cerasuolo di Vittoria DOCG Classico 2020 – Paolo Calì

Cerasuolo di Vittoria Classico che nasce nella vigna di Forfice, nell’angolo più assolato dell’isola, nel cuore dell’unica DOCG del sud. Frutto di un blend naturale in vigna di uve Frappato e Nero d’Avola raccolte esclusivamente nel vigneto di Force. Macerazione sulle bucce, a cappello sommerso, di circa 100 giorni. Affinamento in botte grande di rovere di Slavonia. Dal gusto unico, suadente e fresco. Perfetto bilanciamento tra acidità e sapidità, tannini ben integrati.

Abbinato perfettamente all’ “agnello abbuttunatu” come un’impanatigghia, arancia, marsala e scorzonera.

Un piatto che celebra la tradizione siciliana con un tocco contemporaneo. Il risultato è un equilibrio tra memoria e innovazione, tra sapori decisi e dettagli raffinati, che racconta la Sicilia attraverso un gesto culinario autentico e creativo.

Segue la squisita quaglia alla brace datteri e fichi, scalogno e porro, melassa al melagrana.

Stappiamo Suber 2008 – Daino

Dalla coltivazione di tre vitigni autoctoni siciliani – Nero d’AvolaFrappatoAlicante – nasce il Suber, un vino di colore rosso intenso e dal gusto deciso, complesso e aromaticamente ricco. I tre vitigni si combinano tra loro e contribuiscono a dare corpo e carattere al vino. Il Nero d’Avola contribuisce con un aroma di frutti rossi, come le more o i gelsi; il Frappato aggiunge un retrogusto di pesca gialla; l’Alicante dà al Suber forza alcolica e lo arricchisce con una nota di profumate spezie.

Piacevolmente abbinato al falsomagro di guancia di vitello, spinacino, piselli e spuma di vastedda del belice.

Un piatto che unisce robustezza e delicatezza in un’interpretazione contemporanea della cucina siciliana. Il risultato è un equilibrio tra forza e raffinatezza, tra radici siciliane e tecnica moderna, capace di coinvolgere il palato in un’esperienza intensa e armoniosa.

Passiamo ora ai dessert! Iniziamo con la spuma al marsala con nespole affumicate.

Abbinato a Milocca 2008 – Barraco

Un leggero appassimento che regala note incredibili di china e liquirizia supportate da freschezza che spinge la beva e una tannino che invoglia il sorso successivo. Un vino dolce, ma non troppo, nuovo, ma con ricordi che corrono tra gli Amaroni della Valpolicella e la storia antica Siciliana, un unicum davvero incredibile.

Secondo dessert: ciliegia e nocciola, caramello salato e amaretti.

Vuoi non scegliere dal carrello dei formaggi…?

Per finire anche la piccola pasticceria:

  • praline con pistacchio, moscato, basilico e limone, malvasia delle lipari
  • bavarese alle fragole, cocco e frutto della passione, caffè e vaniglia
  • savarins al rum
  • profitterols al cioccolato

Abbinata a un sorso di Marsala Vintage 1980, Riserva Vergine – Francesco Intorcia

Un Marsala autentico, dal colore giallo dorato luminoso con tonalità vivace e calda di oro antico. Dolci e garbate note vanigliate di erbaceo che richiamano il fieno. Evidenti note fruttate ed agrumate, di frutta secca e sotto spirito, dai fichi secchi alle noci e mandorle tostate, alla scorza d’arancia, dal finale minerale e salino. Il gusto è pieno, secco, caldo e morbido con una perfetta corrispondenza delle sensazioni profumate all’olfatto, grande freschezza e sapidità quasi salmastro. Un vino elegante, strutturato e persistente.

Che viaggio!! Grazie di cuore e…alla prossima!!

Cucina

La cucina del Ristorante Coria nasce dall’incontro perfetto tra tradizione siciliana e visione contemporanea. I due chef patron, Domenico Colonnetta e Francesco Patti, hanno fatto della Sicilia e del suo patrimonio gastronomico il cuore pulsante della loro proposta, ispirandosi ai preziosi insegnamenti del colonnello Giuseppe Coria e alla sua opera Profumi di Sicilia. Ogni piatto è una combinazione di tecnica raffinata, creatività e materie prime eccellenti, spesso locali e di stagione, che raccontano storie di territorio e memoria. I menu degustazione – “Magma”, “Origini” ed “Equilibrio” – offrono percorsi sensoriali diversi ma complementari, in cui i signature dish degli chef evolvono costantemente attraverso nuove ispirazioni e scoperte quotidiane. La cucina di Coria è quindi un viaggio sensoriale che unisce impatto e delicatezza, immediatezza e profondità, offrendo esperienze memorabili che colpiscono il gusto e accarezzano il palato.

Servizio e accoglienza

Il Ristorante Coria non è solo cucina, ma un luogo dove l’accoglienza e il servizio diventano parte integrante dell’esperienza gastronomica. L’intesa e l’alchimia tra Colonnetta e Patti si riflettono nella sala, dove sobrietà ed eleganza convivono con garbo, attenzione e cura dei dettagli. Gli ospiti sono guidati in un percorso che valorizza ogni momento del pasto, dalla scelta dei vini alla presentazione dei piatti, con spazi dedicati come lo Chef’s Table, che permette un contatto diretto e immersivo con i creatori dei piatti. L’atmosfera, calibrata tra storia e modernità, tra il fascino del palazzo barocco e l’eleganza contemporanea degli arredi, rende ogni visita un’esperienza intima, rilassante e memorabile.

Conclusioni

Il Ristorante Coria rappresenta oggi un punto di riferimento per la ristorazione siciliana e nazionale, capace di coniugare memoria, territorio e innovazione in un progetto coerente e riconoscibile. Dalla cucina all’accoglienza, tutto è pensato per offrire un’esperienza completa e immersiva, in cui ogni dettaglio racconta la passione, la visione e l’impegno dei due chef patron. Il nuovo spazio di Catania, all’interno di Palazzo San Demetrio, raccoglie l’eredità del passato e la proietta in una dimensione più ampia e matura, confermando il valore di Coria come luogo dove il gusto diventa emozione, scoperta e cultura.

RISTORANTE CORIA
Via Prefettura 21, Ct, Italy
Email: prenotazioni@ristorantecoria.it
Tel: +39 095 286 4291

Sito web: www.ristorantecoria.it