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Tra le strette vie di Ortigia, dove la pietra calcarea del Seicento racconta ancora di mare e dominazioni antiche, sorge Palazzo Salomone: un boutique hotel che incarna l’essenza della Sicilia più autentica e raffinata. È qui, nel suo cuore silenzioso e carico di fascino, che trova casa Cortile Spirito Santo, ristorante insignito di una stella MICHELIN e affacciato sull’omonima chiesa. Una location che unisce storia, cultura e contemporaneità, avvolgendo l’ospite in un senso di intima eleganza—quella che si può trovare solo nei luoghi in cui ogni dettaglio è pensato per accogliere.

La filosofia culinaria che guida la cucina di Cortile Spirito Santo si fonda sulla stagionalità, sulla territorialità e sull’eticità degli ingredienti: pesce locale di primissima scelta, carni siciliane, tartufi e funghi raccolti nei boschi dell’Etna e degli Iblei. Una selezione accurata che diventa materia di racconto gastronomico grazie allo Chef Giuseppe Torrisi, interprete di una Sicilia che non rinuncia alle proprie radici ma le rilegge con sensibilità contemporanea.

Il menù, costruito seguendo il ritmo delle stagioni e ciò che il mercato offre nel suo momento migliore, esprime un equilibrio fine tra tradizione e innovazione. Piatti di mare e di terra si susseguono con un’intenzione chiara: valorizzare l’identità siciliana attraverso una cucina che accoglie, sorprende e appaga.

Cenare qua significa investire in una serata che è in grado di regalare autenticità e ricerca, bellezza e gusto, dal retrogusto indimenticabile.

La squadra:

Executive Chef: Giuseppe Torrisi
Head Chef: Rino De Gregorio
Chef de partie: Parves Md
Pastry chef: Daniele Licciardello
Direttore di Sala: Raffaele Condò
Maitre: Rosario Campailla
Sommelier: Antonino Amato
Chef de rang: Imran Imu
Chef de rang: Santino Marcì
Commis de rang: Miriam Samindi

Apriamo le danze con gli amuse-bouche:

  1. Siciliana di tuma e acciughe: una piccola pasta “siciliana”, farcita con morbida tuma e un cuore sapido di acciughe, avvolta da un crumble di mollica tostata che richiama la più autentica tradizione isolana. Il boccone è accompagnato da un’acqua di recupero di tuma servita in un delicato bicchierino: prima si assapora la croccantezza, poi si chiude il cerimoniale sorseggiando il brodo lattiginoso, in un gesto semplice ma denso di memoria.

  2. Pan Bao alle verdure orientali: un soffice pan bao introduce un inatteso ponte culturale: verdure lavorate all’orientale, cipolla rossa marinata e una maionese alla senape che lega con freschezza e aromaticità. Un boccone agile, immediato, quasi un soffio speziato.

  3. Macco di fave fritto: il macco, pilastro della cucina povera siciliana, qui si trasforma in una crocchetta dorata e fragrante: l’esterno è croccante, l’interno cremoso. Ad accompagnarlo, una maionese al limone e piccoli frammenti di limone candito che amplificano la parte agrumata e donano verticalità al piatto.

  4. Crespellina con ricotta fermentata e sgombro marinato: una sottile crespellina custodisce ricotta di pecora leggermente fermentata, dal carattere deciso e lattico. In superficie incontriamo sgombro marinato, una maionese al limone e menta e un gel di cipolla che aggiunge freschezza e profondità aromatica. Il risultato è un equilibrio tra mare, erbe e note acidule.

  5. Tartelletta di pelle di pollo con fegatini e spuma alla cacciatora: una tartelletta inusuale, realizzata con pelle di pollo cotta al BBQ fino a diventare croccantissima, accoglie un morbido ripieno di fegatini e una spuma alla cacciatora, intensa e avvolgente. A completare l’esperienza, un piccolo bicchiere di consommé di pollo aromatizzato al limone, pensato per ripulire il palato con eleganza e riportare tutto all’essenziale.

Abbinati a Terre Siciliane IGT Noblesse Carricante Spumante Brut Metodo Classico – Benanti

Alla vista appare giallo paglierino scarico con accesi riflessi verdi. Perlage caratterizzato da bollicine numerose, fini e persistenti. Intenso e delicato al naso, con sentori agrumati di fiori di zagara e mela acerba. Al palato si presenta secco, minerale, con una piacevole acidità e una gradevolissima persistenza aromatica al retrogusto.

La selezione del pane: in tavola arrivano grissini al sesamo sottili e fragranti, seguiti da cialde di cracker alla curcuma, arricchite da rosmarino e un tocco aromatico di pepe verde: leggeri, profumati, quasi eterei. Il cuore della proposta resta però il pane della casa, preparato con un blend di due grani antichi siciliani—Tumminia e Russello—lavorati con pazienza in una lievitazione di 48 ore che regala struttura, intensità e una naturale dolcezza.

Il piattino del pane amplia ulteriormente il ventaglio dei sapori: una girella di sfoglia alla carota, tirata con burro d’alpeggio e rifinita con sale di Mozia, una focaccina di patate al cipollotto dal morso morbido e aromatico, e una fetta di pane ai cereali che arricchisce la degustazione con note tostate. A completare il servizio:

  • Olio Sciabacco, monocultivar Moresca della zona di Mazzarrona, intenso e verde, capace di raccontare la Sicilia in una sola goccia.
  • Burro affumicato, montato con origano secco, foglie di limone essiccate, scorza fresca, erbette aromatiche (origano, timo, salvia, alloro) e un sottile velo di polvere di capperi: una crema vellutata e persistente, che profuma di macchia mediterranea.

Per il prossimo abbinamento stappiamo un Gewurztraminer Beblenheim 2019 – Domaine Trapet

Di colore giallo paglierino medio e brillante. Al naso note agrumate chiare e brillanti, come quelle dei limoni di Amalfi e del cedro, accompagnate da affumicature, calcare ed erbe aromatiche. Presenta un’acidità elettrizzante con una vibrazione minerale, ricca di agrumi e frutta a nocciolo croccante con una nota salata.

Alalunga e Gambero Rosso d’Ortigia. Il piatto si apre con una base fresca di finocchio e sedano, che prepara il palato alla delicatezza del crudo. Sopra, si alternano le trasparenze dell’alalunga, la sapidità del gialletto di Paceco e la dolcezza inconfondibile del Gambero Rosso d’Ortigia. Una maionese al limone e un gel di cipolla aggiungono profondità acida e aromatica, mentre una leggera affumicatura all’origano avvolge l’insieme in una nota quasi rituale. A completare, un’essenza di agrumi siciliani che illumina il piatto.

Passiamo ora a Carricat – Alessandro Viola 

Sapido e minerale, con note di fiori bianchi e frutta gialla. Ricco di acidità e freschezza, ma anche di profondità e struttura. Sicilia in un calice, dal profilo classico, eppure decisamente naturale.

Splendidamente abbinato alla cipollata, un omaggio raffinato allo street food catanese. La cipolla, sbollentata per alleggerirne la forza, diventa involucro morbido che accoglie seppie e guanciale. Il piatto si completa con tenerumi, nero di seppia e ricci di mare, in un gioco di mare e terra che affonda nella memoria gastronomica dell’isola.

A lato, un sorprendente “cappuccino” ottenuto dagli scarti della sacca del nero di seppia, con spuma di patate arrosto, polvere di olive e un’aria ottenuta dal liquido di cottura della seppia: un piccolo gesto contemporaneo che esalta il tema del recupero.

Coloriamo il calice con Venezia Giulia IGT “Jakot” 2019 – Dario Princic

Nel calice si presenta con un colore aranciato brillante. Intenso e ampio al naso con note di erbe officinali, fieno, agrumi, frutta candita e zenzero. Il sorso rivela un discreto corpo, freschezza e grande sapidità, oltre ad una lieve sensazione tannica sul finale.

Che degustiamo assieme alla sinfonia di carote d’Ispica: un piatto che celebra la dolcezza ancestrale della carota. La protagonista è la carota d’Ispica, glassata con la sua stessa riduzione speziata. Intorno, piccole carotine marinate in una soluzione di aceto, zucchero e limone, che aggiungono verticalità e acidità. Alla base, una beurre blanc montata con burro al timo di mare, un hummus di pistacchio e un fondo vegetale ricavato dagli scarti della carota: una composizione che gioca su consistenze, tonalità dolci-sapide e sentori vegetali.

Proviamo INTEGER Zibibbo Terre Siciliane IGP 2023 – Marco De Bartoli

Di colore giallo oro brillante con riflessi luminosi, esprime al naso una complessità di prugna mirabella, pesca, albicocca, arancia rossa, mandarino, fiori di acacia e mandorlo, con tocchi di curcuma e zafferano, mentre al palato è potente, succoso e slanciato, sostenuto da una fine struttura fenolica, tannini gentili, acidità precisa e una elegante nota amaricante a chiusura.

Accompagna splendidamente il signature dish dello chef: Tributo a Santa Lucia. Uno spaghettone mantecato in un pesto di finocchietto selvatico, arricchito da bottarga, alici e dalla presenza antica e potente della salsa garum—un rimando alla cucina dell’Impero romano, ottenuta da colatura di alici, interiora di pesce e latte d’asina. Un piatto dal carattere deciso, che intreccia memoria storica e contemporaneità.

Ci spostiamo sui rossi con Pònkler Pinot Nero Südtirol DOC 2019 – Franz Haas Winery

Dal colore rosso rubino elegante e brillante, con un cuore luminoso, offre al naso una finezza ricca di lamponi maturi, salvia e note verdi-speziate nobili, con richiami finali a zenzero candito, rosa canina e arancia rossa; al palato mostra grande profondità ed eleganza, si distende con aromi sottili, equilibrati e cesellati, animati da una vivace speziatura e da accenti leggermente minerali, chiudendo con un finale lunghissimo.

Passiamo alla Braciola Messinese, qui la tradizione diventa gesto tecnico. Un raviolo di pasta fresca, cotto a vapore e poi arrostito al BBQ, viene laccato con un’estrazione di cipolla arrosto. Il ripieno è quello della tipica braciola messinese: vitellina, prezzemolo, origano, provola dei Nebrodi, pane saporito e limone. Al centro del piatto, una spuma di patata e una polvere di sommacco donano freschezza e acidità. Il fondo di cottura del ripieno e una salsa salmoriglio completano l’esperienza con un richiamo ai sapori più autentici dello Stretto.

Alla cieca…

Scopriamo un sorprendente Cerasuolo di Vittoria Classico 2011 – COS

Di splendido colore granato intenso, con riflessi violacei giovanili ai bordi. Al naso si esprime con frutta ricca e ben definita, accompagnata da una speziatura intensa, mentre al sorso stupisce con un’acidità vivace ed equilibrio perfetto.

Che abbiniamo a Mupa: un trancio di mupa avvolto in una crepinette, ripieno come una beccafico, si adagia su una salsa mugnaia morbida e avvolgente. Broccoletto, lattuga di mare e caviale aggiungono marezza, sapidità e verticalità a un piatto che gioca su consistenze e stratificazione gustativa.

Segue l’agnello, un piatto che esplora il tema della doppia cottura e della varietà delle carni. Da un lato, la spalla è lavorata come una porchetta e glassata con il suo fondo; dall’altro, carré e filetto vengono cotti al BBQ, sprigionando note affumicate e succulente. Il tutto è accompagnato da frutti rossi, una spuma di zabaione al dragoncello e verdure di stagione, in un equilibrio tra grassezza, acidità e freschezza.

Abbinato al Chianti Classico Riserva DOCG 1993 – Carpineto

Il vino si presenta di un intenso colore rubino-porpora e offre al palato una sensazione vellutata, piena e generosa, calda, con toni di frutta succosa su un delicato fondo vegetale, tannini morbidi, acidità equilibrata e un lungo e persistente finale, mentre al naso si rivela elegante e armonioso, con un intreccio di lamponi maturi, prugne, vaniglia e cioccolato.

Un intermezzo fresco a base di sorbetto di pesca gialla, crumble di mandorle e una spuma di “mojito siciliano”: vino alla mandorla infuso con rum, menta, basilico e limone verdello. Un ponte aromatico tra agrume, erbe e frutta.

Che fico! Dalla foglia al frutto

Un dessert che rende omaggio al fico in tutte le sue forme. Si alternano composta di fichi, crumble all’amaretto, yogurt cagliato con latte di fico, gelato alle foglie di fico, polvere e olio di foglie di fico, fichi nature e piccole meringhe. Accanto, una tarte tatin al fico che aggiunge morbidezza caramellata e calore.

E infine…

La piccola pasticceria servita con caffè Illy intenso, comprende:

  • un rocher all’amaro dell’Etna,
  • un’arachide pralinata,
  • una caramella morbida al limone,
  • un torroncino meringato con pistacchio e mandorle

Un commiato dolce, vario e ben calibrato, che chiude il percorso con equilibrio e misura.

…a un gin tonic non si dice (quasi) mai di no!

Eccoli!!

Il mattino seguente colazione ricca e golosa!

Grazie di cuore e…alla prossima!

Cucina

La cucina si distingue per una visione chiara e coerente, radicata nel territorio ma capace di slanci contemporanei. La selezione rigorosa delle materie prime, dal pescato locale ai prodotti dell’entroterra, trova espressione in piatti che combinano tecnica, equilibrio e sensibilità. Tradizione e innovazione si intrecciano senza forzature, dando vita a una narrazione gastronomica che valorizza la Sicilia in forme nuove, rispettose e raffinate. A nostro giudizio siamo già a livello due stelle.

Servizio e accoglienza

Il servizio è misurato, professionale e attento ai tempi della sala. La brigata riesce a trasmettere competenza senza rigidità, con spiegazioni puntuali e un approccio cortese che accompagna l’ospite senza sovrastarlo. L’accoglienza riflette lo spirito del luogo: calda ma elegante, discreta ma sempre presente, capace di far vivere l’esperienza in modo fluido e confortevole.

Conclusioni

Cortile Spirito Santo si afferma come un ristorante in cui storia, tecnica e materia prima dialogano con naturalezza. L’ambientazione suggestiva, la solidità della cucina e la qualità del servizio creano un percorso gastronomico completo, armonioso e memorabile. Una tappa indispensabile per chi cerca una Sicilia autentica ma capace di guardare avanti, con consapevolezza e stile.

CORTILE SPIRITO SANTO

Via Salomone, 21 – 96100 SIRACUSA
Tel. +39 0931 181 54 04 | +39 347 61 93 240
Mail: info@cortilespiritosanto.com
Sito web: www.cortilespiritosanto.com