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Panettone & Pandoro – Natale 2025 | La mia selezione personale (Disclaimer: non è una classifica)

Dicembre ha un linguaggio tutto suo: burro caldo, vaniglia, agrumi, lievito madre che fa il suo lavoro in silenzio (ma con effetti speciali).


Ogni anno mi prendo il tempo, quello vero, per ricercare, assaggiare, confrontare, riascoltare il palato. Non inseguo “il migliore” in senso assoluto: questa non è una classifica. È una ricerca/selezione personale alla ricerca del meglio e dei migliori, fatta di prove sul mercato, di consistenze, profumi, equilibrio zuccherino, qualità dei canditi, pulizia aromatica, “masticabilità” dell’impasto e quel dettaglio che fa la differenza: la voglia di tornare alla seconda fetta.

La selezione 2025 mette insieme firme iconiche e artigiani con una mano precisissima. Tradizione, sì – ma senza nostalgia: qui la tradizione è una cosa viva.

Qui sotto la mia personalissima selezione 2025, in rigoroso ordine alfabetico:

CAPOLINEA — Panettone tradizionale

Un tradizionale che non fa filosofia: fa Natale. Arancia, uvetta, impasto morbido, comfort immediato. Quello da portare a pranzo “anche se siamo già in troppi”, perché tanto poi sparisce. E la cosa più bella è che resta artigianale e sincero.

Capolinea nasce con l’anima da laboratorio (e da golosi curiosi): dal gelato ai lievitati il passo non è breve, ma quando lo fai “coccolando” davvero il lievito madre, il risultato si sente. Qui l’idea è chiara: lavorare di tecnica e stagionalità, con un approccio artigianale che non si prende troppo sul serio… ma fa molto sul serio le cose buone.
In degustazione: panettone tradizionale confortante, schietto, natalizio nel senso migliore. Impasto morbido e profumato, dolcezza composta, finale pulito. Quello che “metti in tavola e sei già a posto”.


CIACCO LAB — Panettone + novità “Torta di Rose”

Ciacco alias Stefano Guizzetti è pulizia e personalità: un panettone umido il giusto, soffice, con aromi netti e una dolcezza mai urlata. È il classico esempio di lievitato “moderno” che non cerca di piacere a tutti: cerca di piacere bene.
La Torta di Rose (novità) è la cosa conviviale che ti aspetti: si stacca, si condivide, si finisce troppo in fretta. E va benissimo così.

Ciacco è un laboratorio che dichiara una cosa che mi piace: ricerca e innovazione, ma con l’ossessione della precisione. Profili aromatici netti, texture umida e soffice, ingredienti scelti con intenzione: non è estetica, è metodo.
In degustazione: panettone dalla trama setosa, profumo centrato, dolcezza mai invadente: sa essere contemporaneo senza diventare “furbo”.
La Torta di Rose è la sorpresa conviviale: morbida, da staccare con le mani, da finire troppo in fretta. È quel dolce che mette tutti d’accordo senza nemmeno provarci.


DA VITTORIO — Panettone Classico

Un classico di una “grande casa”: impasto pieno, elegante, con quella dolcezza ben dosata che non copre mai la parte burrosa. Canditi e uvetta in equilibrio, profumo lungo, finale pulito.

È il panettone che apparecchia la tavola da solo: lo apri e la stanza capisce che è Natale.

Qui parliamo di una firma che non ha bisogno di presentazioni: famiglia, cucina, rigore e una cultura dell’ospitalità che è diventata scuola. Anche nel panettone si sente quella mano “da grandi numeri”, dove la tradizione viene rispettata ma rifinita con disciplina e gusto. 
In degustazione: classico importante, profumo lungo, impasto soffice e dorato. Uvetta e canditi stanno al loro posto, la vaniglia resta elegante, e l’insieme ha una rotondità da tavola delle feste: non stanca, accompagna.


DOLCEMASCOLO — Panettone & Pandoro artigianali

DolceMascolo gioca in una categoria tutta sua: impasti setosi, equilibrio, eleganza.
Il Panettone ha materia prima riconoscibile (burro, vaniglia, canditi) e una trama che resta fine, “signorile”.
Il Pandoro è soffice, profumato, e ti fa capire perché questo dolce, quando è fatto bene, non ha bisogno di nient’altro.

Una storia di famiglia e di mestiere, costruita su generazioni e su una certa idea di “alta pasticceria” che non deve dimostrare nulla: lavora bene e basta. Burro buono, vaniglia naturale, lievitazioni lunghe e una ricerca costante sulla pulizia del gusto. 
In degustazione:

  • Panettone armonico, gentile, dalla dolcezza misurata: ti invita a rientrare.

  • Pandoro soffice, burroso, vanigliato, con un morso uniforme e “luminoso”: perfetto anche tiepido, senza bisogno di trucchi.


FORNO FOLLADOR — Panettone & Pandoro

Qui si gioca sul registro della tradizione fatta bene: profumi nitidi, lievitazione che punta alla fragranza e alla golosità senza pesantezza.
Il Panettone è morbido, con canditi importanti e una vaniglia che resta educata.
Il Pandoro è dorato, burroso, vanigliato: quello che, se lo scaldi appena, diventa quasi una crema d’aria.

Forno Follador racconta bene la sua identità: artigianato che diventa impresa senza perdere l’anima, con una filiera e una selezione materie prime dichiarate e coerenti. Tradizione sì, ma aggiornata da una mentalità moderna.
In degustazione: panettone pieno e profumato, pandoro pulito e rotondo: due prodotti che puntano alla sostanza e alla riconoscibilità. Quelli che piacciono a tutti, ma fatti bene davvero.


LOISON — Panettone al Mandarino Tardivo di Ciaculli

Loison è una maison storica della pasticceria italiana: “dal 1938” non è una scritta, è un’impronta.

E quando Dario Loison decide di lavorare un ingrediente identitario come il Mandarino Tardivo di Ciaculli (Presidio Slow Food), lo fa con un’impostazione quasi sartoriale: canditura su misura, intensità agrumata riconoscibile, equilibrio studiato.

Qui l’agrume non è “nota”, è firma. Il mandarino di Ciaculli porta un profumo intenso, naturale, con quella dolcezza agrumata che resta luminosa. È un panettone che sembra fatto apposta per chi ama i finali freschi, puliti, e per chi cerca un regalo natalizio che si ricorda.

In degustazione: qui l’agrume è protagonista ma non prepotente: profumo vivo, bocca fresca, finale luminoso. Panettone “da regalo” (anche a te stesso) perché resta in memoria.


OLIVIERI 1882 — 3 panettoni + Pandoro

Olivieri 1882 porta addosso una data che pesa bene: famiglia e forno dal 1882, oggi con una visione contemporanea e un respiro internazionale, senza perdere l’ossessione per la lievitazione e la qualità.

Olivieri è la dimostrazione che il panettone può essere anche “alta manifattura”: impasti ricchi ma leggibili, texture ariosa, gusto che resta lungo.
Nella mia degustazione 2025 ho messo in fila tre interpretazioni (dal Classico alle varianti più golose e particolari) e poi il Pandoro, che lavora sulla purezza: burro, vaniglia, morbidezza e una sensazione finale pulita. Se cercate la scatola “importante” che fa scena, e sostanza, siete nel posto giusto.

Il Pandoro è “puro”: burro e vaniglia in primo piano, texture soffice, finale pulito. Uno di quelli che ti ricorda perché il pandoro, quando è fatto bene, è un grande dolce.

In degustazione Focus: Panettone Nero con Mou e Nocciole
C’è anche il lato “rock” del Natale, e Olivieri lo firma in nero.
Il Panettone Nero con Mou e Nocciole è scuro, soffice, goloso, ma con una precisione da alta manifattura: quattro giorni di lievitazione, una glassa al cacao che ti prende al primo sguardo, mou vellutato in trama e nocciole tostate che danno ritmo e croccantezza.

È uno di quei lievitati che non chiedono permesso: entrano in tavola e si prendono la scena.
E sì, si capisce che dietro c’è stato un lavoro vero: provato, riprovato, calibrato fino a farlo diventare “nuovo classico” per chi ama il lato più dark (ma elegantissimo) delle feste. 🖤


PAVÉ MILANO — Panettone classico + Albicocca, Limone & Tonka

Pavé lavora come una boulangerie che ha studiato pasticceria: precisione, ritmo, struttura.

La versione Albicocca–Limone–Tonka è la deviazione felice: agrume brillante, frutta che “morde” e una spezia finale che non fa scena — fa profondità. Panettone contemporaneo, ma con buon senso.

Pavé è parte della nuova grammatica della colazione milanese: nato nel 2012 in Porta Venezia, pasticceria artigianale con un’idea precisa di qualità quotidiana. 
In degustazione:

  • Classico: lineare, compatto ma soffice, profumatissimo, senza fronzoli.

  • Albicocca, Limone & Tonka: più “scintillante”, con agrume che alza il ritmo, frutta che dà polpa e una spezia finale che aggiunge profondità senza profumare di profumeria.


PEPE MASTRO DOLCIERE — Pandoro artigianale

Pandoro d’autore: burro e vaniglia in primo piano, con una struttura che resta ariosa e composta. È quel tipo di pandoro che non chiede creme o salse per diventare interessante: lo è già.

(Poi se vuoi giocare, una zabaione leggerissima è il suo smoking.)

Qui c’è una continuità di scuola e di famiglia: il solco del Maestro Alfonso e un’identità campana che sa essere generosa ma precisa. 
In degustazione: pandoro opulento ma non stucchevole: burro e vaniglia con un profilo aromatico ricco, impasto soffice, finale che resta. Il pandoro “da zabaione” — ma anche da solo, a luci basse, funziona benissimo.


RENATO BOSCO — Panettone & Pandoro tradizionali + pairing con Champagne

Bosco è “impasto” nel senso più alto: mano da lievitista, energia controllata, ritmo.
Il Panettone tradizionale ha profumo classico, struttura ariosa e una masticazione pulita: è un dolce che si fa mangiare con facilità disarmante.
Il Pandoro lavora di burro e vaniglia, ma con un finale preciso, non stucchevole.
E poi c’è il mio gioco serio del 2025: Panettone + Champagne V. Etien “Classique Brut” (selezione Dalmaso). Un abbinamento che funziona perché lo Champagne “pulisce”, rialza gli agrumi e lascia il burro più nobile, più lungo.

Bosco è un nome che ha spostato l’asticella sul tema lievitazioni, con la sua “Pasta Madre Viva” e un approccio da ricercatore (prima ancora che da artigiano).
In degustazione:

  • Panettone tradizionale: impasto soffice, profumo nitido, equilibrio classico.

  • Pandoro tradizionale: burroso, elegante, con note agrumate/vanigliate ben dosate.
    E poi il mio “twist” 2025: panettone + Champagne V. Etien 1er “Brut Classique” (selezione Dalmaso). Uno Champagne sapido e fresco, che pulisce il burro e accende gli agrumi: pairing natalizio da segnare.


VIGNOLA — Panettone Classico Milanese

Il Milanese nella sua grammatica più corretta: arancia e cedro, uvetta ben presente, profumo che richiama subito la fetta “da colazione di festa”. Ha un carattere pulito, tradizionale, e una bella sensazione di pasticceria vera: niente effetti speciali, solo solidità.

Pasticceria Vignola (Solofra, Irpinia) è una storia di famiglia dal 1967, con un’identità da lievitista che negli anni ha raccolto attenzioni e premi.
In degustazione: “Classico Milanese” fatto con rigore: arancia e cedro ben presenti, uvetta in equilibrio, impasto soffice e profumato. Tradizione rispettata, ma con una pulizia moderna: il classico, senza polvere.


Eccovi l’elenco della selezione VG Natale 2025in ordine alfabetico per produttore, con città (provincia) e link diretto a sito/shop:

Questa selezione è il mio modo di dire: Natale non è solo un giorno, è una somma di dettagli. E un grande lievitato è uno di quei dettagli che cambiano l’umore della tavola.

Il grande lievitato, per me, è questo: un lusso gentile. Non l’oggetto più costoso, ma quello più curato.

Se avete assaggiato qualcuno di questi, sono curioso: su quale vi siete ritrovati a tornare con la seconda fetta? 😉

E, secondo voi, quali altri nomi meritano un posto nella selezione 2026?

Vi aspetto sui nostri social: voglio leggere i vostri pareri (e le vostre segnalazioni).

📍 Instagram: @viaggiatoregourmet

Grazie dell’attenzione e Buone Feste,
VG / Viaggiatore Gourmet